Argentina: Javier Milei, anarco-capitalista

La sorprendente vittoria, nelle primarie presidenziali argentine dell’11 agosto, del leader anarco-capitalista Javier Milei, è assai preoccupante. Il programma di Milei, infatti, non solo è ispirato al liberismo più estremo ma prevede restrizioni ai diritti fondamentali, l’abbattimento di ogni residuo di Stato sociale e una crescita di potere di esercito e militari. E, in un paese fiaccato dalla crisi, le reazioni sono, per ora, deboli.

Quando la destra si prende anche “la parte del torto”

Eretico o conformista? Dissacrante fustigatore del senso comune o suo autentico interprete? Il “miracolo” della destra di governo nel nostro paese è di non rinunciare alla propria “diversità” e all’aura trasgressiva delle origini, proprio mentre si fa fedele esecutrice dei dettami ultra-liberisti e atlantisti dell’establishment occidentale. Ma pretendere coerenza, di questi tempi, sarebbe troppo.

Un Governo che odia i poveri e i lavoratori

Ci si può aspettare, da un Governo che affida il tema del lavoro a Elvira Calderone e Claudio Durigon, la disponibilità a introdurre il salario minimo per legge? Difficile pensarlo anche alla luce delle sue molte scelte politiche contro i lavoratori. Il 70% degli italiani è favorevole alla introduzione della misura, ma poco importa. Della serie: chi se ne frega. È la postdemocrazia, bellezza.

Francia: una rivolta sociale contro l'”editto sovrano”

Eletto presidente per impedire che l’estrema destra andasse al governo, Macron ha perseguito la politica liberista più estrema. Quando, poi, la protesta è dilagata e il sostegno parlamentare è diventato incerto ha imposto la riforma pensionistica scavalcando l’Assemblea nazionale. Ciò sta accrescendo l’ampiezza delle mobilitazioni. A dimostrazione della grande reattività della società francese.

Il discorso di Meloni alla Camera: otto idee di Stato da rifiutare in blocco

Stato guardiano notturno, della crescita, minimo, meritocratico, forte, autoritario, confessionale e patriarcale, nazionalista. Sono queste le qualificazioni apertamente rivendicate dall’estrema destra di governo quali componenti costitutive della propria visione del mondo. La sfida per le forze democratiche all’opposizione è oggi quella di riconoscerle come tali e di rifiutarle tutte.

Disillusi e incarogniti davanti alle urne

Dalla fine del secolo scorso l’individualismo competitivo ha frammentato e avvelenato la società annullando la capacità delle persone di riconoscersi l’una nell’altra. Di qui cinismo e cattiveria. E poi, con la pandemia, insofferenza, diffidenza, paura, xenofobia. È in questo stato di incarognimento che tra un mese andremo al voto con una politica che, invece di contenere, cavalca questi sentimenti.