I paradossi della democrazia: da Teheran a Brasilia

Mentre in Iran si lotta e si affrontano sofferenze inaudite per smantellare le strutture autoritarie del potere che soffocano i diritti umani e oltraggiano la dignità della persona, in altre parti del mondo, come il Brasile, esplodono vere e proprie ribellioni popolari che aggrediscono con modalità squadriste i Parlamenti e le istituzioni della rappresentanza. Sono i paradossi della democrazia.

Vietato parlare di neoliberismo

Due “tormentoni” scoppiati sui social media contestano l’uso del termine “neoliberismo”. C’è da non crederci. Il neoliberismo non va nominato perché, per il pensiero dominante, non è un’opzione di politica economica tra le altre, ma la legge naturale dell’economia e della società, e nominarlo significa sottoporlo alla possibilità di critica e di immaginare mondi diversi possibili. Non è una novità ma è, anche, un segnale della sua debolezza.

La svolta dell’Iran

In Iran sta avvenendo un fatto straordinario. L’indignazione per il femminicidio della giovane Jîna Amini da parte delle guardie del regime ha scosso il Paese e si è trasformata in una protesta di popolo (guidata dalle donne) contro l’oppressione teocratica degli ayatollah. Il regime reagisce con una repressione e una violenza inaudite fino alla esecuzione di condanne capitali. Ma è il segno di un mondo che sta finendo.

Quando diritti e libertà non valgono: l’Occidente e il genocidio dei kurdi

Mentre l’Occidente si indigna e si commuove (giustamente) per i bombardamenti sull’Ucraina e invia armi a Kiev, in Siria e in Iraq si consuma il tentativo di annientamento del popolo kurdo da parte di Turchia e Iran. Il silenzio delle cancellerie di Europa e Stati Uniti mostra l’ipocrisia della proclamata intangibilità di diritti e libertà che o valgono per tutti o, semplicemente, non esistono.

Greta e i Curdi: «Le nostre lotte non sono scollegate»

L’ecologismo autentico, inteso come cura del creato nella sua unitarietà, si salda con le lotte per i diritti e le libertà di tutte e tutti. Lo dice, ancora una volta, Greta Thunberg partecipando alle manifestazioni indette in Svezia in solidarietà alla donne e al popolo curdo. «Jin jiyan azadi» («donna, vita, libertà») è il necessario complemento di «Svegliatevi, la nostra casa, la Terra, brucia!».

La sua colpa? Era curda e libera

Mahsa Amini aveva 22 anni ed è morta a Teheran per le percosse e torture ricevute. In realtà il suo nome era Jina, ma una giovane curda come lei non aveva diritto all’identità. Era stata arrestata per avere portato il velo in modo “scorretto”. Oggi, per lei e per la libertà del suo popolo, proteste e scioperi percorrono l’Iran e la repressione ha già provocato alcuni morti.

Stranamore

Israele è “il dottor Stranamore”

Israele, che non ammette neppure di condurre test nucleari, possiede tuttavia circa 400 testate che può lanciare con missili, aerei e sottomarini. Per questo si può dire che oggi sia il dottor Stranamore del Medio Oriente. Anche se nessuno, né nemici né tantomeno amici, dice nulla, nell’imminenza della Conferenza sul Trattato di non proliferazione.