Gli infortuni sul lavoro in Italia e in Europa

Nel 2020 nell’Ue ci sono stati 1.446 infortuni ogni 100mila lavoratori, di cui 2,1 con esito fatale. In Portogallo, Francia e Spagna gli infortuni sono stati più di 2mila ogni 100mila lavoratori. In Italia l’incidenza maggiore di denunce per infortunio la registra la provincia autonoma di Bolzano. Il numero più elevato di denunce per incidenti mortali lo detiene il Molise (17 ogni 100mila lavoratori).

Morire di infortuni sul lavoro

Nei primi nove mesi del 2022, i lavoratori hanno continuato a morire con l’implacabile stillicidio di tre vittime al giorno. Ma Governo e maggioranza, invece investire in formazione, rafforzamento dei controlli e pressioni sulle imprese, hanno messo mano alle norme esistenti che, se applicate con rigore, sarebbero assolutamente sufficienti ad assicurare un’adeguata tutela di chi lavora.

Morire di lavoro. Qualcosa che ho imparato

Gli infortuni sul lavoro sono una piaga che non accenna a diminuire. Quelli mortali e quelli “minori”, che sono la spia di una situazione diffusa (e spesso ignorata). Ma nessuno se ne occupa seriamente. Sono venute meno le soluzioni organizzative collettive e i lavoratori sono soli e impauriti, con conseguenti soggezione e rancore: anche qui brodo di coltura per la destra.

I tumori occupazionali, questi sconosciuti

Pochi lo sanno, ma il maggior numero di “morti bianche” nel nostro Paese è conseguenza di tumori occupazionali: più di 7.000 all’anno a fronte delle 700 determinate da infortuni sul lavoro. È una vera e propria strage che pone una questione fondamentale di prevenzione e, insieme, di giustizia per le vittime.

Morire di lavoro

Secondo l’INAIL ci sono stati in Italia, nei primi tre mesi del 2019, tre morti al giorno. È una vera e propria strage la cui causa non sta nella fatalità ma in un meccanismo di sviluppo distorto che punta sulla precarietà e risparmia sulla prevenzione. Da questa consapevolezza occorre muovere per un’azione di contrasto efficace.