Merito, Costituzione e giustizia sociale

Il “merito” è usato da una parte della politica e della cultura per dividere la società in vincenti e perdenti e rendere così accettabili le disuguaglianze. Non è la prospettiva disegnata dalla Costituzione, che lo esclude dai criteri distributivi dei beni sociali indispensabili per condurre una vita “libera e dignitosa”. A questa impostazione dobbiamo fare riferimento senza lasciarci ammaliare da facili scorciatoie.

Fantasie di una sinistra possibile

Non esiste oggi, alla vigilia delle elezioni, un fronte schierato in difesa della Costituzione, contro la guerra e per la giustizia ecologica e sociale. E gli apparentamenti abborracciati non servono. Occorre un po’ di speranza e di fantasia. La sinistra si costruisce con un progetto chiaro e alternativo all’esistente. Un governo di destra fa paura, ma ancor di più è da temere la fine della speranza di cambiamento.

5 novembre, Roma: Non per noi ma per tutte e tutti!

C’è, nel Paese, un problema strutturale di povertà, disuguaglianza e sfacelo ambientale. I cambi di Governo non incidono su questa situazione. La politica si parla addosso e non risponde ai bisogni reali delle persone. Non c’è alternativa: bisogna costruire una imponente mobilitazione dal basso. Per questo scendono in campo centinaia di movimenti e realtà territoriali: a Roma, il 5 novembre.

Mauthausen e il giuramento della speranza

Il 5 maggio 1945 le truppe americane raggiunsero il campo di concentramento di Mauthausen, ultimo dei lager nazisti a essere liberato. I superstiti erano in condizioni disperate. E tuttavia, 10 giorni dopo, riuscirono a diffondere un appello, noto come il “giuramento di Mauthausen”, che è, incredibilmente in quelle condizioni, un inno alla libertà, alla giustizia sociale e alla pace. Non dovremmo dimenticarlo.

25 aprile 2022. La Resistenza per la pace

La pace è stato uno degli ideali, se non l’ideale supremo, della Resistenza, in Italia e in Europa. Lo si percepisce nelle Lettere dei condannati a morte della resistenza, animate, pur nelle differenze, da un comune sentire in cui campeggiano il ripristino della libertà, la realizzazione di una maggior giustizia sociale e il ritorno a uno stato di pace dopo una lunga guerra devastatrice.

Transizione ecologica. È nata una bolla

È nato il “ministero per la Transizione ecologica”. È un’occasione o una presa in giro? Tutto fa pensare a una campagna di autolegittimazione tesa a occultare la mancanza delle condizioni per un effettivo cambiamento: una scelta e una cultura adeguate, dei soggetti credibili, la congruenza tra l’agenda governativa e le azioni di vera transizione. 

Hayek e la talpa della giustizia sociale

Nella recensione di un libro su Hayek, Angelo Panebianco tesse l’elogio della società capitalistica, descritta come naturale evoluzione della società dalla preistoria. Ma la talpa della storia si è rimessa in moto e mostra che nell’avvento e nel consolidamento del capitalismo non c’è nulla di naturale ma solo una scelta di campo tutta politica.

Le favole, Draghi e il Pd

Draghi ha scelto l’assise di Comunione e Liberazione per esporre la sua ricetta. Niente di nuovo, ahinoi. La parola d’ordine è una crescita acritica in cui la stella polare è la conservazione degli attuali rapporti di forza. Non a caso i termini “uguaglianza” e “giustizia sociale” non compaiono nel suo intervento. E Zingaretti si accoda…