Legalizzare la cannabis? L’esempio della Germania

Una buona notizia di ferragosto. Il più grosso Paese dell’Unione europea, la Germania, legalizza il consumo ricreativo della cannabis. Dopo le “pulci”, Malta (2021) e Lussemburgo (2023), ora è il Governo tedesco che, con l’approvazione del progetto di legge sull’“uso controllato della cannabis”, si pone come punto di riferimento per una decisa svolta politica al proibizionismo del continente per marijuana e hashish.

La Germania tra Europa, Stati Uniti e Cina

La politica tedesca, o almeno quella del cancelliere Scholz, è fortemente incline a ricercare una sua linea di maggiore autonomia strategica nel rapporto con la Cina, pur nell’ambito di un ancoraggio al quadro occidentale. Così la Germania indica per lo meno una possibilità, se non una scelta obbligata, agli altri membri dell’UE che, dalla Francia all’Italia, appaiono invece inerti.

La manifattura europea alla prova del gas

Inutile ostentare ottimismo. Con la messa fuori uso del gasdotto North Stream, la Germania rischia grosso. E con essa i Paesi che ruotano intorno alla sua manifattura. A cominciare dall’Italia. Per Berlino, il rischio è un taglio della produzione industriale del 25%. Sarebbe la fine di un ciclo e la riduzione dell’Europa a periferia deindustrializzata del polo occidentale a guida statunitense.

Germania: addio al nucleare (ma non è tutto oro…)

Con la fine del 2022 la Germania chiuderà definitivamente tutte le sue centrali nucleari. È l’esito di un percorso durato oltre 45 anni e non sempre lineare, che va salutato con soddisfazione. Restano peraltro aperti non pochi problemi legati in particolare al mantenimento, almeno fino al 2030, di centrali a carbone altamente inquinanti.

Germania. Cade un’ipotesi di subappalto

In Germania una lunga mobilitazione sindacale ha portato all’approvazione di una legge che vieta, nel settore delle carni, il ricorso al subappalto, limita il lavoro temporaneo e stabilisce parità di retribuzione tra lavoratori temporanei e a tempo indeterminato. L’Italia – triste dirlo – si muove in direzione contraria.