la politica puntoacapo
Carlo Giovanardi, già ministro del secondo Governo Berlusconi, zittisce gli storici che vorrebbero «attenuare le responsabilità dei comunisti» nella vicenda delle foibe. Lo fa citando un documento definito “inedito”. Peccato che confonda i documenti e i fatti. A dimostrazione che la storia, invece di strumentalizzarla, bisognerebbe studiarla.
Restituire alla verità anche le pagine più oscure del passato è dovere degli storici. È necessario ricordarlo di fronte agli attacchi a cui è sottoposto in questi giorni, nel silenzio delle istituzioni, Tomaso Montanari, per aver messo correttamente in discussione la narrazione tossica oggi dominante sulle foibe.
Tomaso Montanari è oggetto di una campagna denigratoria per la sua denuncia della fascistizzazione dello Stato in atto. Ciò che non gli viene perdonato è che, in quanto rettore di una Università, non si senta parte dell’establishment culturale e politico dominante. Per questo occorre sostenerlo e chiedergli di proseguire nel suo atteggiamento critico.
Lo storico Alessandro Barbero interviene sul tema delle foibe e il “caso Montanari”: “La querelle è dovuta al fatto non che siano finite le ideologie, ma che è finita la sinistra”. E’ inconcepibile che in una Repubblica antifascista si chieda di “fermare il prof. Montanari”
Un attacco forsennato e scomposto si sta abbattendo in queste ore su Tomaso Montanari per mano delle tante destre che popolano il nostro Paese. La sua colpa? Aver denunciato il clima di revisionismo di matrice neofascista che sta facendo venir meno, una a una, le fondamenta resistenziali dell’Italia nata dalla lotta contro il nazifascismo.
Collocare i fatti che si studiano nel loro contesto è il senso ultimo del mestiere dello storico: chi non lo accetta, oltre a non conoscere i fondamenti della disciplina storica, continua a non volere fare i conti con il passato del nostro Paese. Di fronte alla vicenda delle “foibe” e a qualunque altra.
I neofascisti del FUAN hanno approfittato di un incontro su “Fascismo, colonialismo e foibe” organizzato nel campus torinese per un volantinaggio contro l’ANPI. A margine, violente e scomposte cariche della polizia nei confronti degli studenti antifascisti hanno portato a tre arresti. Qui una denuncia di docenti e dottorandi.
La gazzarra revanscista che si scatena ogni anno nel “Giorno del ricordo” richiede chiarezza. La solidarietà per gli esuli istriani non può occultare il fatto che la responsabilità principale per quanto accaduto nella seconda guerra mondiale è della peste nazifascista.
La celebrazione del “Giorno del ricordo” delle foibe sta producendo, ogni anno di più, la sostituzione della verità storica con una “verità politica”, dimentica delle stragi inaudite e delle devastazioni commesse in Jugoslavia negli anni ’40 dai fascisti occupanti.
Come cittadino, come storico del nazismo e soprattutto come triestino sono rimasto sconcertato, amareggiato e disgustato dalle dichiarazioni del Presidente Mattarella sulla questione delle foibe.
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