Torino tra crisi, grandi eventi e parole tabù

La crisi a Torino si tocca con mano. Nonostante i grandi eventi, Eurovision e Fast & Furious. A mancare è un’idea, un progetto di città futura. Eppure tutto tace. E le domande fondamentali restano senza risposta: quali sono le priorità? i disegni, le visioni, i progetti che le individuano? E dove sono i pensatori, gli intellettuali, i visionari che animano il dibattito pubblico?

Operai

Nonostante tutta l’innovazione tecnologica, l’automazione, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, restano sempre, in Italia, almeno cinque milioni di operai. Eppure da più di trent’anni essi sono come cancellati dalla scena pubblica. E, per l’informazione, la questione operaia è sostanzialmente dimenticata, tanto da essere una non-notizia.

Accadde a Torino

Chi era quel padre, amato e detestato, che le ha riempito la vita di un vuoto ingombrante? La domanda percorre “Città sommersa” di Marta Barone (Bompiani, 2020): un romanzo emozionante e, insieme, un tassello prezioso per restituire dignità agli anni Settanta, per dire che non sono stati soltanto anni in cui «si sparava per le strade».

Torino. Dedicare una via a Valletta?

Il sito del “Corriere della Sera” ha lanciato una campagna per intitolare una via di Torino a Vittorio Valletta, presidente della Fiat nel secondo dopoguerra e autore di una dura repressione antioperaia. È un’altra tappa, dopo lo smantellamento di Fiat-Mirafiori, per dare a Torino una nuova identità rimuovendo il protagonismo delle tute blu.