
Se il femminicidio è un tabù linguistico
Abbiamo assistito, negli ultimi tempi, alla nascita di un nuovo genere letterario: quello delle omelie dei funerali in diretta televisiva. Non è stato sempre un genere apprezzabile. È il caso, tra gli altri, della omelia pronunciata a Padova, nella basilica di Santa Giustina, ai funerali di Giulia Cecchettin, nella quale hanno prevalso – e non è stato un bel segnale – eufemismi e scelte lessicali rivelatrici di una ostinata e capillare volontà minimizzante.