Il campo di battaglia del patriarcato vacillante

I femminicidi non sono un fatto nuovo nella lunga storia del patriarcato. Ma ne sono un sintomo. Finché le donne sopportavano in silenzio, non c’era bisogno di sopprimerle, bastava un ceffone per tenerle in riga. Oggi la libertà femminile e la fine del consenso femminile al dominio maschile hanno inferto una ferita insanabile al patriarcato, che proprio perché è ferito e destabilizzato reagisce con maggiore violenza

Contro la violenza sulle donne: oltre gli interventi di facciata

Ad oggi sono 102 le donne uccise in Italia nel 2023, 83 delle quali in contesti familiari o affettivi. Ci si sta avvicinando a due femminicidi la settimana. In questo contesto la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre deve produrre una riflessione non rituale che aiuti anche a superare stereotipi e ipocrisie e ad andare oltre gli interventi di facciata.

Femminicidi: i fatti e le parole

Nei giorni scorsi l’ennesimo femminicidio ha riproposto il tema dell’informazione. Come dare le notizie in modo corretto senza ricorrere a stereotipi e a espressioni lesive della dignità della vittima? In realtà non è difficile. Esiste persino un “manifesto” ad hoc della Federazione dei giornalisti. Peccato che sia regolarmente disatteso.

Primo Rapporto sugli omicidi in famiglia

Gli omicidi, nel nostro Paese, sono in costante calo: 319 nel 2018 a fronte dei 1.837 del 1990. Cambia peraltro in modo consistente la loro tipologia: nel 2018 un omicidio su due (49,5%) è stato commesso in famiglia, con 163 vittime (67% donne). Un’analisi accurata si trova in un recente Rapporto dell’Eures.

Non ancora un paese per donne

È stato un 8 marzo di lotta che ha visto decine di migliaia di donne in tutta Italia manifestare per un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare universale, autonomia e libertà di scelta sulle vite e sui corpi. In un Paese in cui la crisi la stanno pagando soprattutto le donne.