Antifascismo e repressione: il barometro non segna bel tempo

A Torino la polizia carica violentemente studentesse e studenti di fronte all’Università e al suo interno, colpendo anche docenti intervenute per evitare incidenti. Il tutto per impedire contestazioni a iniziative di un’organizzazione neofascista. L’azione della polizia è da sempre la cartina di tornasole dello stato di salute delle democrazie e i fatti di oggi richiamano in modo sinistro immagini di un secolo fa.

Giorgia Meloni, Lilli Gruber e la cultura patriarcale

A Lilli Gruber che le contesta una cultura patriarcale, Giorgia Meloni risponde con una foto di famiglia tutta al femminile. Ma la foto che si richiede a un presidente del Consiglio (come Meloni ama definirsi) è quella della famiglia politica, non di quella biologica. E quella foto rivela in modo univoco un doppio disprezzo: per l’emancipazione e la libertà delle donne e per la pace (e i pacifisti), due facce della stessa medaglia.

Il razzismo di oggi è lo stesso del secolo scorso. L’Italia ammetta le sue colpe

Rinasce in Italia la peste dell’antisemitismo. Non un antisemitismo “nuovo” ma quello di sempre. Il punto è che l’Italia non ha mai fatto un serio esame di coscienza. Per vincere l’antisemitismo c’è una sola strada: l’ammissione delle proprie colpe da parte di chi ha professato una fede fascista e razzista e oggi si fa bugiardo paladino di democrazia.

Voi, studenti, siete l’antidoto contro il fascismo

A Torino, per evitare contestazioni a una manifestazione del Fuan, la polizia ha fatto irruzione nell’Università entrando nelle aule e manganellando gli studenti. L’Università ha risposto con una affollatissima assemblea nella quale il prof. Amedeo Cottino ha sottolineato il ruolo degli studenti antifascisti come «antidoto contro i veleni del potere, le menzogne, l’erosione della cultura, il fascismo».

Il nuovo fascismo e l’anticorpo della memoria

Il fascismo si ripresenta talora accompagnato da una presa di distanza dal regime e con un recupero del carattere di movimento “rivoluzionario”, portatore di un taglio netto con il passato e di una richiesta di profondo rinnovamento. Ma non v’è, in ciò, nulla di nuovo ché questi due aspetti coesistevano anche nel fascismo storico. Da qui l’esigenza di usare come anticorpo la memoria.

Pioveva a Santiago del Cile l’11 settembre 1973

L’11 settembre 1973, il giorno del golpe, quando in Cile svanirono le speranze di democrazia, socialismo e uguaglianza, pioveva a Santiago. Pioveva anche in Spagna il 25 novembre 1998 quando Luis Sepúlveda, ricevette, in esilio, la notizia che la Camera dei Lord di Londra aveva convalidato l’arresto del generale Pinochet. Le sue parole a commento sono anche un’epigrafe di ciò che il golpe fu per i democratici cileni.

La lezione dell’8 settembre contro il diritto all’odio

L’8 settembre 1943 è una delle date più importanti della nostra storia perché per gli Italiani, abituati a nicchiare, fu il momento della scelta, dell’inevitabile confronto con la propria coscienza. Anche per i meno consapevoli. Ma di recente essi hanno pur votato e alcuni di loro, venendo allo scoperto dopo ottant’anni di semi-clandestinità, hanno scelto liberamente e orgogliosamente un governo di estrema destra.