Le elezioni europee senza l’Europa

L’Europa e i suoi 27 Stati, benché afflitti da stagnazione economica, disoccupazione, crescita della povertà, deperimento del welfare, mancanza di passione democratica, insistono nelle ricette degli ultimi 40 anni che hanno portato all’attuale mancanza di futuro. Ci sarebbe di che discuterne nella prossima campagna elettorale, che si profila invece come semplice occasione per regolamenti di conti tra classi dirigenti.

Dando i numeri sui salari

Le rilevazioni statistiche non lasciano dubbi: i lavoratori italiani hanno i salari più bassi d’Europa. La paga oraria lorda più bassa è di 5,64 euro/ora, quella media di 7,79 euro/ora. La contrattazione è un rimedio? I fatti dicono di no; e, per di più, sono moltissimi i contratti nazionali non rinnovati da anni. Eppure c’è chi non vuole il salario minimo e chi considera eccessiva la sua fissazione in 9 euro/ora

I giochi di prestigio di Elly Schlein e il rinnovamento mancato del Pd

Il Governo italiano, approvando una mozione del Pd, si è impegnato a non usare fondi del Pnrr per produrre armi da inviare in Ucraina, ma il Parlamento europeo, con il voto favorevole del Pd, ha autorizzato gli Stati membri a farlo. Un gioco di prestigio mediocre che lascia stupefatti e indignati coloro che credono a una politica fondata su coerenza e principi e che, perciò, hanno sostenuto Elly Schlein alla guida del partito.

La legge per il ripristino della natura e il futuro dell’Europa

Nel dibattito al Parlamento europeo sulla legge per il ripristino della natura il Governo italiano è stato la punta di diamante del blocco conservatore meritandosi ancora una volta l’ultimo posto sulle politiche ambientali. Alla fine la legge è passata per il rotto della cuffia. Ma nelle elezioni europee del prossimo anno se i progressisti non faranno fronte comune sul punto si rischierà il disastro.

I migranti e il cinismo dell’Italia e dell’Europa

I Governi europei hanno raggiunto l’accordo su immigrazione e asilo: ogni Paese potrà respingere direttamente i “migranti di provenienza da Paesi terzi con bassa probabilità di ottenere l’asilo” verso Paesi insindacabilmente definiti sicuri. È un colpo mortale al diritto di asilo e una vittoria dei sovranismi e delle destre xenofobe (che pure, in un cinico gioco delle parti, si dicono insoddisfatti).

Guardare negli occhi il colore della sconfitta

La sconfitta della sinistra ha una dimensione europea: anche per questo è illusorio pensare che bastino dei cambiamenti di leadership nazionali per invertire la tendenza. Intanto, la guerra incombe con effetti profondi sul vissuto delle persone e sugli scenari politici. Possibile che i socialisti e i democratici europei non mettano in agenda una riflessione comune sulla crescente inadeguatezza della loro offerta politica?

Migranti: se 5000 vi sembran tanti…

Facciamo due conti. Con 5 mila arrivi la settimana per 30 settimane l’anno l’Italia ha a che fare con 150 mila persone. Il nuovo decreto sull’immigrazione per lavoro prevederebbe 70 mila permessi. Palazzo Chigi chiede ricollocazioni in Europa, ma la nostra quota di immigrati è solo del 10,6% della popolazione. Dovremmo imparare dalla Germania che sta cambiando le regole sugli immigrati.

Come ci dimentichiamo dei curdi

Un tempo i curdi che a Kobane resistevano al Califfato erano i nostri eroi. Oggi ce li siamo dimenticati. Peggio. Svezia e Finlandia stanno consegnando al Governo di Ankara resistenti curdi fino a ieri considerati rifugiati e le armi italiane ed europee sono in prima fila nel colpire i territori e le città del Rojava. È in questo clima che è maturata la strage dei curdi al centro culturale di Parigi, che non può essere considerata solo il gesto xenofobo isolato di un estremista privo di collegamenti.