
“Nessuno può chiudere la porta del mondo” (Shahram Khosravi)
Dalle pagine, straordinarie, di un esule dall’Afghanistan una riflessione su cosa significa essere profugo (essere “comunque estraneo, sempre sulla soglia, né dentro né fuori: sul confine, appunto”) e, al contrario, avere una patria (“appartenere, ma anche erigere confini”). Una lezione sul senso dell’essere altrove e sulle trappole dell’identità.