I miliardari del carbonio

Gli investimenti di 125 miliardari in imprese inquinanti producono emissioni di CO2 equivalenti a quelle prodotte dalla Francia e superiori a quelle di cui è responsabile l’Italia. È una realtà che va smascherata e affrontata tenendo conto che un semplice aumento dell’imposizione fiscale al riguardo consentirebbe di raccogliere fino a 1.400 miliardi di dollari all’anno, fondamentali, almeno, per sostenere i paesi più colpiti dai cambiamenti climatici.

Clima. Ogni ulteriore ritardo significa morte

A dirlo non sono soltanto Greta e gli ambientalisti più rigorosi. Le parole sono del segretario generale delle Nazioni Unite: «La rinuncia degli Stati a una leadership climatica è criminale. Ogni ulteriore ritardo significa morte. Ovunque c’è gente ansiosa e arrabbiata. Lo sono anch’io. Ora è il momento di trasformare la rabbia in azione. Ogni frazione di grado conta, ogni voce può fare la differenza. E ogni secondo conta».

La catastrofe non è un destino, è una scelta

Le emissioni di CO2 sono aumentate perché si è tentato di conciliare l’inconciliabile: cioè di farle diminuire senza smettere di finalizzare l’economia alla crescita della produzione di merci. Eppure il dato è sempre più chiaro: anche il soddisfacimento di tutto il fabbisogno energetico con fonti rinnovabili non basta se non si procede di pari passo con una drastica riduzione della domanda.

Germania: addio al nucleare (ma non è tutto oro…)

Con la fine del 2022 la Germania chiuderà definitivamente tutte le sue centrali nucleari. È l’esito di un percorso durato oltre 45 anni e non sempre lineare, che va salutato con soddisfazione. Restano peraltro aperti non pochi problemi legati in particolare al mantenimento, almeno fino al 2030, di centrali a carbone altamente inquinanti.

21 deputati europei contro la Torino-Lione

Dopo la Corte dei Conti europea, il movimento No Tav e autorevoli scienziati è la volta di 21 deputati europei che chiedono agli organi competenti della Commissione di fermare il finanziamento della Nuova Linea Torino-Lione in mancanza di analisi indipendenti che ne certifichino la compatibilità con il Green Deal europeo.

La truffa del TAV: anche l’Europa lo sa

Ora lo scrivono anche i consulenti della Corte dei Conti europea: i dati e le previsioni utilizzati dai proponenti la Torino-Lione per sostenere l’opera sono stati sistematicamente gonfiati al fine di convincere i vertici istituzionali e l’opinione pubblica. Di più, «come un tunnel ferroviario, sia pure di 54 km, possa avere gli effetti indicati sull’insieme dei traffici è un mistero».