Il Giorno della Memoria è per tutti: nessuno può essere dimenticato

Il Giorno della Memoria è stato istituito dalla legge «in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti». Una proposta di legge approvata dal Senato, si muove, peraltro, in direzione contraria, omettendo ogni richiamo agli antifascisti inviati nei lager, anch’essi macchia indelebile di un regime da cui chi ci governa non vuole prendere le distanze.

Il fondamento della violenza nazista

«Che razza di esseri umani sono, che razza di mostri quelli che non sono mai sazi di uccidere, per i quali ogni miseria che riversavano sugli ebrei altro non era che uno stimolo a spingerli in una miseria ancora più profonda e più spietata?». La domanda di Thomas Mann rimanda al fenomeno dell’autoalimentazione della violenza che è stata il connotato più profondo dell’irrazionalismo nazista.

Meloni e l’errore della retorica identitaria

C’è, nel discorso di Meloni per la festa ebraica di Hanukkah, una retorica identitaria, non percepita dai più, il cui riferimento è una comunità apparentemente di eguali ma caratterizzata da gerarchie di riconoscimento e di diritti tra membri legittimi e illegittimi. Un’idea, diffusa non solo nella destra, che esclude pezzi di società (a cominciare dai migranti, considerati esterni pur se in essa vivono, lavorano e muoiono).

Primo Levi, la minaccia nucleare e la sua rimozione

Tra le tante sollecitazioni che ci vengono dagli scritti di Primo Levi una è particolarmente attuale: la comparazione, in forma di domanda aperta, fra la rimozione degli esiti ultimi, pur largamente intuibili, dell’ideologia nazista fin dalla sua affermazione nei primi anni ’30, e l’odierna rimozione del rischio di una immane distruzione dell’Europa causata da una guerra nucleare.

Giorno della memoria 2022: «Meditate che questo è stato»

Il 27 gennaio 1945 caddero i cancelli di Auschwitz. 77 anni dopo, il Giorno della Memoria ci ricorda l’abisso in cui era precipitata l’umanità, ma anche coloro che vi si opposero. Di quella tragedia stanno venendo a mancare anche gli ultimi testimoni, ma resta il dovere di ricordare, spiegare, discutere, accettare tutte le domande, anche le più difficili. Per evitare che quel che è stato si ripeta.

Il mio rapporto con Israele

Israele ha il pieno diritto di esistere e di difendere i propri confini. Non sono certo io a contestarlo. Quel che contesto sono le politiche dei Governi di Israele. I territori palestinesi sono stati occupati e colonizzati e oggi, nelle zone controllate dagli israeliani, c’è un vero e proprio apartheid. Questa è la situazione. E io dovrei tacere?

Non possiamo dirci innocenti

Scrivere “Qui ci sono ebrei” sulla porta della casa di una partigiana deportata nei lager ha un senso generale di straordinaria gravità. V’è in ciò il riemergere di fantasmi del passato liberati da ogni remora civile, il rifiuto della storia, il coagulo e l’esaltazione di tutte le ricorrenti pulsioni contro chi è considerato “diverso”.

27 gennaio, memoria o celebrazione?

Il “Giorno della Memoria” è stato istituito per ricordare il genocidio di sei milioni di ebrei. Ricordare è un dovere ineludibile ma sempre prestando attenzione all’oggi. Come ebreo io mi sentirò al sicuro solo quando nessuno avrà titolo di opprimere, sfruttare, usare, strumentalizzare, schiavizzare i suoi simili, a cominciare dai palestinesi.