Le mani della destra anche sullo sport

Il vento di destra spira forte nelle istituzioni e nella cultura. E non può mancare lo sport, dove sempre più schierati con la maggioranza di governo sono i presidenti delle Federazioni: da quello del calcio Gravina a quelli del tennis, del nuoto e del basket (Binaghi, Barelli e Petrucci) mentre arriva alla presidenza di Sport e Salute Marco Mezzaroma, di dubbie competenze sportive ma di solide frequentazioni di destra.

Parlare con il popolo, per non cadere nel populismo

Parlare con il popolo è molto diverso da parlare al popolo; anzi, è proprio l’opposto. È uno scambio bidirezionale, che alterna dire e ascoltare. Invece, parlare al popolo, in un’unica direzione, è la modalità tipica dei populisti di ogni genere, che non hanno bisogno di sentire, perché ritengono di sapere già cosa conviene dire. È una considerazione che sarebbe bene tenere sempre presente. Anche a sinistra.

L’egemonia della destra, ovvero la riduzione della cultura a propaganda

L’egemonia culturale della destra non è Pino Insegno che sostituisce Fabio Fazio. È ben altro. È il trionfo della propaganda, che ci costringe a parlare del dito e ci vieta di discutere della luna. La guerra ridisegna le relazioni internazionali, la crisi economica esalta la disuguaglianza, le riforme costituzionali liquidano la democrazia. Ma si può prendere la parola solo per confermare la narrazione della propaganda.

Chi vuole colonizzare anche le mummie del Museo Egizio?

Neppure le mummie del Museo Egizio di Torino sembrano al sicuro dalla vittoria di questa estrema destra di matrice fascista, che si salda con la precedente vittoria di una destra economica che ha smontato lo Stato stesso, imponendo il pensiero unico della privatizzazione. Si legge tutto questo, a ben guardare, nella violenta campagna contro il direttore dell’Egizio Christian Greco.

Attenzione: l’obiettivo non sono i migranti, sono i poveri

Percorrendo la rotta dei Balcani ho visto reticolati e muri, squadracce armate, cani aizzati contro disgraziati in fuga, violenze selvagge. E alla fine ho capito: i migranti sono una categoria sperimentale. Dietro di loro si staglia il bersaglio grosso: i poveri, gli esclusi dal grande mercato, i colpevoli del non consumo. Oggi l’Italia è entrata tra i Paesi nazionalisti in prima linea su questo fronte. Ci attendono tempi molto duri.

Quando la destra si prende anche “la parte del torto”

Eretico o conformista? Dissacrante fustigatore del senso comune o suo autentico interprete? Il “miracolo” della destra di governo nel nostro paese è di non rinunciare alla propria “diversità” e all’aura trasgressiva delle origini, proprio mentre si fa fedele esecutrice dei dettami ultra-liberisti e atlantisti dell’establishment occidentale. Ma pretendere coerenza, di questi tempi, sarebbe troppo.

Il generale, Ken e Barbie

Il caso Vannacci è un apologo delle contraddizioni della destra, che cerca di tenere insieme conservatorismo moralistico (icasticamente impersonato dal generale) e capitalismo iperindividualista (proprio di molti suoi critici alla Barbie). Se la sinistra si limiterà ad accodarsi a critiche di superficie, senza smascherare le due facce della destra, sarà ancora una volta un’occasione perduta.

Il salario minimo è di destra o di sinistra?

A giudicare dalle oscillazioni intervenute negli anni ci sarebbe da chiedersi, con Gaber, se la rivendicazione del salario minimo per legge sia di destra o di sinistra. Da ultimo, finalmente, sembra che la sinistra ne abbia fatta una propria bandiera. O forse, considerando che lo chiede il 75% degli italiani, si deve concludere che, da un punto di vista economico, le persone stanno molto peggio dei politici che le rappresentano…

Il Paese scoppia: la sinistra non può stare a guardare

Gli scenari politici sono inquietanti. Il governo della destra è, sotto tutti i profili, oltre le peggiori previsioni. Che altro si deve aspettare per reagire, forse di abitare tutti in viale Giorgio Almirante? Eppure i segnali che vengono dall’opposizione sono, a dir poco, flebili. Se qualcuno sta ancora aspettando che la situazione precipiti, è bene informarlo: il precipizio è già in corso.