Per una moneta “bene comune”

L’80% del denaro in circolazione è privo di corrispondenti riserve ed è, in realtà, credito delle banche (e debito per chi lo riceve). Ma le banche fanno credito per fare profitti, non per sostenere l’economia. E così si favorisce chi ha mezzi, si producono ulteriori disuguaglianze e si creano crisi ricorrenti. Occorre dunque – sostiene Enrico Grazzini in un recente libro – cambiare l’architettura del sistema monetario.

Guardare negli occhi il colore della sconfitta

La sconfitta della sinistra ha una dimensione europea: anche per questo è illusorio pensare che bastino dei cambiamenti di leadership nazionali per invertire la tendenza. Intanto, la guerra incombe con effetti profondi sul vissuto delle persone e sugli scenari politici. Possibile che i socialisti e i democratici europei non mettano in agenda una riflessione comune sulla crescente inadeguatezza della loro offerta politica?

Stati Uniti: ancora una volta la crisi la pagano i poveri

L’accordo per salvare gli Stati Uniti dal default per lo sfondamento del tetto del debito è stato raggiunto. Il risultato però, per quanto celebrato da Biden come una grande vittoria per tutti, rappresenta ancora una volta una sconfitta per gli americani più deboli a tutto vantaggio di quelli più ricchi. I vincitori (scontati) di questo impasse sono innanzitutto i rappresentanti della potentissima lobby delle armi.

La disuguaglianza non conosce crisi

Il report di Oxfam “La disuguaglianza non conosce crisi”, predisposto per l’apertura del World Economic Forum di Davos, documenta un ulteriore aumento della disuguaglianza nel mondo. Pur a fronte di un 2022 nero sui mercati, dal 2020 ad oggi l’1% più ricco si è accaparrato quasi il doppio dell’incremento della ricchezza netta globale rispetto alla quota andata al restante 99% della popolazione mondiale.

Abolire il reddito di cittadinanza e umiliare i poveri: è la destra, bellezza!

È scritto nella legge di bilancio: il reddito di cittadinanza sarà abolito dal 1 settembre per gran parte dei percettori e dal 1 gennaio 2024 per tutti: un milione di persone saranno rigettate nella povertà assoluta. Per addolcire l’operazione si dice che sono “fannulloni”, ma, per lo più, sono semplicemente “non appetibili” per le imprese. È la politica della destra: umiliare i poveri e far pagare loro i costi della crisi.

grande fuga

La grande fuga

I 523 giorni del governo Draghi hanno lasciato il sistema politico italiano in uno stato di disgregazione senza precedenti. La grande fuga del Migliore dalle sue responsabilità – perché è di questo che si è trattato – lascia dietro di sé scenari aperti a una preoccupante rivincita della destra peggiore. La mancata riforma elettorale in senso proporzionale è una responsabilità inescusabile del Pd in primo luogo e dell’intero campo democratico.

34° Rapporto Italia

La crisi è profonda e articolata. Il PNNR prova a dare delle risposte. Intanto cresce la consapevolezza del necessario spostamento del pendolo del rapporto tra Stato e mercato a favore del primo, che deve riacquistare il ruolo di soggetto primario, promotore di un nuovo sviluppo sostenibile sul piano economico, ambientale e sociale. A questo intreccio di problemi è dedicato il34° Rapporto Italia dell’Eurispes.

Torino tra crisi, grandi eventi e parole tabù

La crisi a Torino si tocca con mano. Nonostante i grandi eventi, Eurovision e Fast & Furious. A mancare è un’idea, un progetto di città futura. Eppure tutto tace. E le domande fondamentali restano senza risposta: quali sono le priorità? i disegni, le visioni, i progetti che le individuano? E dove sono i pensatori, gli intellettuali, i visionari che animano il dibattito pubblico?

Ancora

Ancora l’Ucraina

“La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati” scriveva Gramsci. La guerra in Ucraina testimonia di una crisi dell’Europa arresa a un dominio americano che sintetizza il tramonto di un Occidente autoreferenziale e cieco.