Draghi: Il buio che stiamo attraversando

Martedì è stato un “giorno nero” perché con la chiamata di Draghi si è compiuta la “morte della politica” (il fallimento di tutti i suoi protagonisti) e si è avviato un processo di dissoluzione sistemica dall’esito imprevedibile. Né il curriculum dell’ex presidente della Bce lascia sperare una sensibilità sociale adeguata all’emergenza in atto.

Il piffero di Rignano

Come i pifferi di montagna che andarono per suonare e furono suonati, Renzi si è fatto del male: a sé, e a tutti noi. Perché? Perché è fatto così: incarna quello che Benjamin chiamò il “carattere del distruttore”. E perché la crisi della sovranità nazionale esaspera la narrazione narcisistica e cannibalica di chi alla Rappresentanza ha sostituito la Rappresentazione

Renzi: l’ultimo tradimento

Lo strappo è stato compiuto. Comunque si valuti l’esecutivo in carica, l’apertura di una crisi oggi, in piena pandemia, è un gesto di irresponsabilità verso il Paese e un regalo alla destra (in termini elettorali se si andrà al voto anticipato e, comunque, in termini di consenso). Ma non è certo il primo strappo istituzionale di Renzi.

La prescrizione vale una crisi di governo?

Sulla prescrizione il Governo rischia la crisi. Ma in modo strumentale. Rendere i reati perseguibili senza limiti di tempo dopo la sentenza di primo grado è, infatti, a dir poco eccessivo. Ma un ragionamento pacato al riguardo sarebbe ben possibile considerando che ciò accadrebbe in concreto solo a partire dal 2027…

Morto un Salvini se ne fa un altro?

Salvini seppellito al Senato potrebbe rinascere nel Paese. Per ciò la prospettiva di un “voto subito” appare sconsiderata. Questa non è una crisi di governo, è una crisi di sistema. Ci pensi bene chi oggi sale al Colle: nessuno potrebbe perdonare chi consegnasse il Paese a una maggioranza weimariana che ne devasterebbe l’assetto Costituzionale

Votare o non votare?

La crisi è finalmente aperta anche in modo formale e, mentre si compie il rito delle consultazioni, tutti parlano di una nuova maggioranza possibile senza indicare i contenuti dell’azione di governo. Eppure quello è il punto ché, senza un progetto alternativo a quello dell’esecutivo gialloverde, è meglio andare al voto.

L’ultimo treno di Matteo Salvini

La vicenda delle mozioni sul TAV al Senato certifica la vuotezza dei 5Stelle, la convergenza del PD con la peggiore destra in nome degli affari, e soprattutto si è rivelata un clamoroso assist offerto a Matteo Salvini per la sua resistibile ascesa. La sua Lega cresce per la semplice ragione che intorno, a resistere, c’è il nulla. Ma non tutte le carte sono ancora state giocate…