Il referendum sulla cannabis e il giudizio della Corte costituzionale. La grande delusione

La Corte costituzionale ha deciso: il referendum “cannabis legale” è inammissibile. Finiscono in fumo oltre seicentomila firme e la possibilità per il popolo italiano di prendere la parola su un tema che riguarda aspetti importanti del vivere in comune. Non era un esito obbligato. Ed è, considerata l’inerzia del Parlamento, un esito deludente che il Paese non merita.

Referendum abrogativo: a che punto è la notte?

Il referendum abrogativo non gode di buona salute. Lo dimostrano la sua torsione in senso manipolativo e il mancato raggiungimento del quorum in tutte le consultazioni degli ultimi 25 anni, salvo quelle del 2011. Per invertire la tendenza occorrono, insieme, “aggiustamenti” normativi e un rafforzamento del Parlamento che eviti di scaricare sul referendum questioni non risolte nella sede naturale.

Europa e giudici nazionali: la guerra delle Corti

Tra Europa e Polonia il conflitto è esplosivo. C’è la questione specifica delle regole dello Stato di diritto e dell’indipendenza della magistratura. Ma c’è anche una questione più generale: quella del rapporto tra diritto europeo e diritto interno degli Stati membri e dei confini tra la competenza della Corte di giustizia dell’Unione europea e quella delle Corti nazionali.

Referendum sull’“eutanasia legale”. La via referendaria è la risposta giusta?

La richiesta di referendum per l’introduzione nel nostro sistema dell’eutanasia legale ha superato il numero delle firme previste, raggiungendo la cifra record di un milione e 200mila. Restano, peraltro, molti dubbi sull’idoneità della soluzione referendaria a dare risposta, nella colpevole inerzia del Parlamento, alle giuste esigenze emerse nella realtà sociale.

Ergastolo ostativo, mafie e luoghi comuni

Anche ai mafiosi condannati all’ergastolo e non collaboranti può essere concessa, in caso di ravvedimento, la liberazione condizionale. Lo ha detto la Corte costituzionale, pur rinviando l’operatività della decisione. E subito è stata polemica. Anche se la decisione sembra non solo giusta ma anche efficace in termine di contrasto alle mafie.

Processo al Jobs Act

Il Jobs Act e il depotenziamento delle tutele dei lavoratori in caso di licenziamento illegittimo arrivano davanti alla Corte costituzionale e alla Corte di giustizia europea. Anche se limitate ai licenziamenti collettivi, eventuali decisioni di accoglimento dei ricorsi riaprirebbero i giochi sull’intera materia.