Lettera aperta al Ministro del de-merito

Signor ministro, la Sua lettera agli studenti per il “giorno della libertà” è indice di una grave e preoccupante incultura istituzionale e viola la natura e la finalità della scuola pubblica. Non spetta a un ministro, ma agli storici, fornire conclusioni storiche. E ancor meno gli spetta fornire interpretazioni di parte, viziate da un punto di vista particolare. Perché la scuola pubblica è la scuola di tutti.

«Perché non possiamo non dirci comunisti»

Il comunismo è stato nella storia anelito all’eguaglianza, lotta contro le ingiustizie, ricerca della solidarietà e della parità di tutti gli uomini e tutte le donne, tensione verso i diritti sociali. È vero, quando si è cercato di realizzarlo con la forza in un paese arretrato, si è trasformato in regime autoritario e oppressivo. Ciò impone dolorosi distinguo ma non legittima assimilazioni di comodo con i fascismi.

Maledetta Livorno?

La “scissione di Livorno”, deprecata oggi da molti come simbolo di una vocazione autolesionistica della sinistra, era in realtà inevitabile: la Rivoluzione russa aveva scavato un fossato incolmabile tra riformisti e rivoluzionari. La tragedia fu nel fatto che venne troppo tardi, nella fase del riflusso, come intuì per primo Gramsci.

Accadde a Torino

Chi era quel padre, amato e detestato, che le ha riempito la vita di un vuoto ingombrante? La domanda percorre “Città sommersa” di Marta Barone (Bompiani, 2020): un romanzo emozionante e, insieme, un tassello prezioso per restituire dignità agli anni Settanta, per dire che non sono stati soltanto anni in cui «si sparava per le strade».