Rapporto Italia 2023

“Il dovere di avere coraggio” è il titolo dell’editoriale del Rapporto Italia 2023 di Eurispes. Un evidente ottativo, a fronte di una fotografia assai problematica della realtà del Paese in cui – come evidenzia il dossier – le difficoltà delle famiglie sono cresciute in tutti i settori, il 75,1% degli italiani ha visto aumentare i prezzi e il 53,8% indica un peggioramento dell’andamento dell’economia.

Un falò di bollette contro il caro-vita

Un falò delle bollette ha percorso nei giorni scorsi l’Italia. Da Cagliari a Bologna, da Torino a Roma, in 15 città ha preso corpo la mobilitazione di Usb e Potere al popolo contro i rincari del 60% dell’energia elettrica e dell’80% del gas; contro le multinazionali italiane che hanno guadagnato 40 miliardi di euro di extraprofitti dalla crisi amplificata dalla guerra russa-ucraina; per il blocco dei prezzi al consumatore.

Energia, quanto ci costi!

L’impennata dei prezzi delle bollette è dovuta a ragioni geopolitiche e a operazioni speculative sui mercati finanziari. Ma è un fatto che le fonti tradizionali di energia sono limitate e sempre più costose. Per il futuro non ci sono alternative: occorre ridurre drasticamente l’uso di energia e puntare sulle rinnovabili. È possibile, mentre non sono una soluzione né il gas né il nucleare.

Vita reale, bollette, inflazione

L’inflazione e, soprattutto, le bollette di luce e gas galoppano. È una questione di approvvigionamenti e di geopolitica ma non solo. C’è anche la finanza, con le sue dinamiche speculative e le sue aspettative di breve e brevissimo periodo, a guidare i processi economici reali. E c’è il rischio elevato che, ancora una volta, l’aumento dei prezzi faccia crescere il numero degli indigenti.

Il caro energia e i ritardi della transizione. Chi paga?

L’incremento del costo dell’energia è legato al costo per la CO2 emessa sostenuto dai grandi emettitori, centrali a carbone e gas in testa, e alla corsa del prezzo del gas naturale sui mercati internazionali. Il caro energia è anche la conseguenza dei ritardi, delle sottovalutazioni e delle opposizioni alla transizione: non il contrario!