Toghe rosse e calzini azzurri

Una giudice, a Catania, assume una decisione sgradita al Governo. La presidente del Consiglio e il ministro Salvini insorgono e la attaccano violentemente sul piano personale. Spunta anche un video che la ritrae in una manifestazione risalente a cinque anni prima. La finalità è chiara: delegittimare la giudice per condizionare i suoi colleghi e creare un clima di consenso a una modifica dello status dei magistrati che ne limiti l’indipendenza.

Migranti: i giudici applicano la Costituzione e bocciano il Governo

Secondo la Costituzione e il diritto europeo, chi richiede la protezione internazionale ha diritto a entrare in Italia e, salvo motivate esigenze contrarie, a non essere trattenuto nell’attesa di ricevere risposta. Per questo il Tribunale di Catania ha “liberato” tre migranti tunisini trattenuti nel centro per richiedenti asilo di Pozzallo. Il Governo si è irritato, ma dovrà farsene una ragione…

Il pizzo di Stato

Se sei un migrante in arrivo da Tunisia, Costa d’Avorio o altri paesi definiti “sicuri” dal nostro Governo, il tuo futuro, in attesa di avere risposta alla richiesta d’asilo, è in un campo di detenzione, costruito e sorvegliato dall’esercito, dove puoi restare anche 18 mesi. Ma tranquillo: se paghi 4.938 euro puoi restare libero. Ovviamente se te ne vai, metti caso in Germania, perdi tutto e il pizzo viene intascato dallo Stato… È il capitalismo, bellezza.

La doppia morte dei naufraghi di Cutro

Dopo la tragedia di Cutro era lecito attendersi che il Governo intervenisse sui canali di ingresso di lavoratori stranieri e sulle procedure per un accesso sicuro ai richiedenti asilo. Nulla di tutto questo. Al contrario, Governo e Parlamento hanno limitato la protezione speciale per chi rischia, nel proprio Paese, violazioni del diritto al rispetto della vita privata e familiare. Così i morti di Cutro sono morti una seconda volta.

«Siamo il paese più accogliente»: falso di Draghi

Il presidente del Consiglio Draghi, nel corso della trasferta turca presso il sultano Erdogan, ha affermato che l’Italia è il Paese europeo più aperto per i migranti ma che ora si è raggiunto un tetto insuperabile. È una affermazione falsa sia comparativamente sia guardando alla nostra situazione concreta. Il fatto che sia condivisa dimostra solo l’insufficienza della nostra classe dirigente.

Afghanistan: oltre le parole

La drammatica situazione in Afghanistan impone all’Italia e all’Unione europea un dovere generalizzato di accogliere le persone in fuga dal paese, di garantire in ogni modo l’ingresso dei cittadini afghani anche in esenzione di visto e di fornire loro tutte le informazioni utili per poter accedere alla richiesta di protezione internazionale.

La Convenzione Onu sui rifugiati ha settant’anni

Sono passati 70 anni dalla firma della Convenzione Onu sui rifugiati: uno strumento di tutela tanto prezioso quanto insufficiente. Alla fine del 2020, infatti, il numero di persone rifugiate o “sfollate” nei propri Paesi, è arrivato a 82,4 milioni, una cifra più che raddoppiata nell’ultimo decennio. Ma i Paesi ricchi girano gli occhi dall’altra parte.