Amianto e giustizia penale: tra garantismo e impunità dei colletti bianchi

Stephan Schmidheiny, già proprietario di Eternit, è stato condannato a 12 anni per omicidio colposo, in relazione alla morte per patologie correlate all’amianto di 150 lavoratori di Casale Monferrato. La sentenza, unica nel suo genere, ha fatto discutere, ma rappresenta una svolta importante se si vuol evitare che la sanzione penale sia solo uno strumento di repressione del disagio e della devianza.

Il silenzio dell’amianto

In Italia, l’eredità dell’amianto si stima in 4000 vittime all’anno fra i lavoratori e coloro che abitavano nei pressi delle fabbriche. È responsabilità di Stephan Schmidheiny, per un decennio dominus incontrastato dell’industria amiantifera Eternit, ma anche dei molti (consulenti, medici, politici) che sapevano e hanno coperto o taciuto. Ma nessuno di loro – incomprensibilmente – viene definito criminale.

I tumori occupazionali, questi sconosciuti

Pochi lo sanno, ma il maggior numero di “morti bianche” nel nostro Paese è conseguenza di tumori occupazionali: più di 7.000 all’anno a fronte delle 700 determinate da infortuni sul lavoro. È una vera e propria strage che pone una questione fondamentale di prevenzione e, insieme, di giustizia per le vittime.

Morire di amianto

Ogni anno, nel mondo, 255 mila persone muoiono a causa dell’amianto. E il numero è destinato ad aumentare ché il picco dei decessi è previsto nel 2020. L’uso dell’amianto, per di più, non è solo una triste eredità del Novecento ma un problema attuale nonostante i costi umani, sociali ed economici altissimi.

TAV, amianto & dintorni

Il dibattito degli ultimi mesi ha relegato in secondo piano le ragioni ambientali dell’opposizione alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione e, in particolare, la presenza di amianto nella montagna interessata al tunnel di base. Ma quella presenza è dimostrata da altre opere recenti e addirittura ammessa nei progetti “ufficiali”!

TAV Torino-Lione: amianto e non solo

«La possibilità di incontrare rocce contenenti amianto durante le fasi di scavo è un evento atteso»: parola dell’Osservatorio ambientale del Ministero dell’Ambiente, con riferimento ai «corridoi infrastrutturali che attraversano l’Italia». Perché, allora, la questione dell’impatto ambientale e sanitario è scomparsa dal dibattito sul TAV?