Come la morte sopravvive alla guerra

Secondo il Segretariato della Dichiarazione di Ginevra del 2008, il rapporto tra le morti indirette e quelle dirette è, nelle guerre contemporanee, di 4 a 1 (con picchi più elevati quando la popolazione interessata è povera). Un rapporto coordinato dall’antropologa Stephanie Savell quantifica in 3,6-3,7 milioni le morti indirette (soprattutto di donne e bambini) nei conflitti in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Siria e Yemen.

Effetto farfalla. Un anno dopo la fuga da Kabul

Un anno fa le truppe statunitensi fuggivano precipitosamente dall’Afghanistan abbandonando la popolazione al potere dei talebani. L’anniversario impone una riflessione su decenni di politica internazionale estesi fino all’oggi. In Afghanistan hanno perso tutti, tranne il complesso militare-industriale che ha visto lievitare i propri profitti di morte. È quel che rischia di accadere in Ucraina.

Riace riparte

A Riace riparte l’accoglienza dei migranti, senza distinzione di provenienza, di lingua, di colore della pelle. In questi giorni una famiglia in fuga dall’Afghanistan si è unita ai profughi rimasti dopo gli attacchi politici, il processo, l’assurda condanna nei confronti di Mimmo Lucano. Una grande rete di solidarietà continua a sostenere il modello Riace.

Non estradate Assange!

Julian Assange sta per essere estradato negli Stati Uniti dove rischia una condanna a 175 anni di carcere per aver documentato i crimini Usa in Iraq e in Afghanistan. Pessimo segnale in giorni in cui, nel mondo, ci sarebbe bisogno di altri Assange, perché l’informazione è sempre più omologata, i corrispondenti stranieri vengono allontanati dalle zone di guerra, in Russia cresce la censura.

27° Rapporto sulle migrazioni

Guerra e flussi migratori sono un tutt’uno. L’Europa, scossa dalla fuga di massa dall’Ucraina, lo sta toccando con mano. Ma non è cosa nuova, come documenta il 27° rapporto dell’Ismu, che ricostruisce i flussi prodotti, dopo la contrazione conseguente alla pandemia, dalla catastrofe umanitaria dell’Afghanistan. Una fotografia utile anche per affrontare il futuro.

Italia-mondo: il diritto non umano

Il processo e la condanna di Mimmo Lucano sono esemplari di una situazione ormai consolidata a livello internazionale. Da tempo, ormai, il diritto non è più sinonimo di garanzia delle persone e delle democrazie, ma è protagonista di una vera e propria guerra (warfare) che garantisce l’impunità dei “pochi e privilegiati” rispetto ai “più e destinati al ruolo di vittime”.

Tariq Ali, «la storia di un disastro»

Parla il docente, autore, militante comunista ricostruendo i vent’anni in cui è stata «sconfitta» la democrazia occidentale. Allora i governi ignorarono le enormi manifestazioni che in tutto il mondo si svolsero contro la guerra e la gente tornò a casa demoralizzata e spoliticizzata. Un tradimento della democrazia che paghiamo ancora oggi.