Tutti insieme, in comunione ma senza liberazione

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Ho meditato a lungo se intervenire o meno sulla fotografia che ritrae tutti i principali leader politici (Conte escluso) al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.

Ho infatti immaginato in anticipo le possibili repliche, come quella già fornita da Letta: «era per concordare le regole del dibattito» oppure «gli avversari politici non devono essere nemici e possono frequentarsi in privato».

Tutto accettabile ma un punto resta, oltre a quello della lunga durata di questo incontro che non motiva la mera condivisione delle regole del dibattito. Ed è un punto in stridente contraddizione con ciò che quell’immagine trasmette: il tema della pace e di come conseguirla è pressoché assente dalla campagna elettorale eppure i politici nostrani, in nome del politically correct, affermano di voler stabilire e rispettare nei loro incontri regole di confronto pacifiche.

Non so a voi, ma a me (se dobbiamo credere a Letta) questa comunione pacifica di intenti senza liberazione per cittadine e cittadini dalla guerra e dagli squilibri economici e sociali appare ipocrita, disgusta e fa sospettare che si tratti, per dirla con Conte, di «una sfilata di politici che fanno finta di litigare in pubblico e poi intorno a un tavolo trovano sempre l’accordo» (chiosa dello scrivente, proficuo per il loro interesse).

Una misura anche simbolica della distanza della politica dalla collettività che alimenta vieppiù disaffezione e sfiducia.

Gli autori

Francesco Fantuzzi

Francesco Fantuzzi, animatore del gruppo civico Reggio Città Aperta, consigliere della cooperativa di finanza mutualistica e solidale Mag6, è promotore di iniziative di partecipazione civica culturale e ambientalista nel settore dei beni comuni. Ha scritto da ultimo, con Franco Motta, "Dentro la zona rossa. Il virus, il tempo, il potere" (Sensibili alle foglie, 2020).

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2 Comments on “Tutti insieme, in comunione ma senza liberazione”

  1. A proposito di Comunione e Liberazione, questo è un post che ho pubblicato ieri:
    Carissimo Papa Francesco, Ella, al contrario di quasi tutti noi, ha vissuto da persona già matura le nefandezze di una dittatura, fatta di iniquità, di violenze, di torture fino alla morte, come avvenuto a migliaia di suoi conterranei, in Argentina, i Desaparecidos. Ella sa cosa significa potere e l’abuso di potere. Sa anche cosa significa guerra, era ancora in Argentina quando ci fu la guerra per le isole Falkland. I suoi ripetuti richiami al deporre le armi, a non fornire armi, in questo paese di falsi cattolici, però, resta, come vede, disatteso e per molti versi inascoltato. No, Santità, non sono sorpreso dal mondo politico, dagli indifferenti di sempre, dai male informati, dai milioni di guerrafondai e amanti della violenza che convivono tra di noi. Quello che non capisco è come il movimento fondato da Don Giussani, Comunione e liberazione, possa essersi auto sconsacrato fino al punto di contravvenire ai dettami della massima autorità della Chiesa. Sono anni che il Movimento di Comunione e Liberazione si è allontanata ai dettami di Don Giussani. L’apice è stato toccato all’ultimo congresso, dove sono stati ignorati i fondamenti di pace e di libertà di parola. Santità, cosa sta divenendo Comunione e Liberazione?

  2. Giustamente qualcuno ha parlato di ” Comunione e lottizzazione” ; insomma ipocrisia come sottofondo ; un ciellino che conosco molto bene voleva intestarsi il costo del funerale del fratello ( non pagato da lui) al fine di detrarlo nella denuncia dei redditi ; questi sono i ciellini ,cresciuti alla scuola di formigoni

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