Nell’enorme flusso di parole che anche chi qui scrive sta contribuendo ad alimentare, occupano un posto privilegiato le “parole senza pensiero”, banalità assolute proferite da personaggi che ci aspetteremmo in grado di articolare un ragionamento compiuto. Clamoroso il caso di Umberto Galimberti, che se ne esce con una delle sue solite dichiarazioni di disprezzo nei confronti di tutti gli insegnanti che non siano animati dal fuoco sacro che rende “maestro” un comune mortale. Sintesi: «molti docenti sono innamorati solo dello stipendio». Non che abbia torto in assoluto: molti insegnanti non sono fatti per il loro lavoro e lo stesso si può dire di molti medici. Quanto più la professione comporta intelligenza, sensibilità, competenza, rispetto degli altri tanto più trovare chi sia dotato di tutte le qualità necessarie diviene difficile. Se poi le condizioni materiali che quel lavoro offre sono precarie – in sintesi, mille ostacoli, scarsa retribuzione e scarso riconoscimento sociale, come giustappunto testimoniano le dichiarazioni del professor Galimberti –, uno studioso non dovrebbe stigmatizzare lo scarso attaccamento al lavoro degli insegnanti, ma deprecare il fatto che lo Stato non provveda a migliorare le condizioni di contesto che, migliorate, permetterebbero anche ai comuni mortali di svolgere con decenza il proprio lavoro. Ma siamo certi che il professor Galimberti ragionerebbe diversamente sull’attaccamento allo stipendio degli insegnanti se egli stesso guadagnasse millecinquecento euro al mese.
Altro chiacchiericcio sciocco e fastidioso quello offerto a una vasta platea televisiva da un duetto tra due noti giornalisti – Gramellini e Severgnini – lo scorso sabato. Oggetto: i 100 euro di sanzione per i pluricinquantenni non vaccinati. Punto di partenza della brillante conversazione l’intervento su Facebook di Martina Benedetti, l’infermiera divenuta famosa nel 2020 per la foto che la ritraeva con il viso stravolto dai segni lasciati dai dispositivi di protezione indossati per lunghe ore. Adesso Martina Benedetti torna agli onori della cronaca per parole comprensibili ma che, forse, non le fanno onore e non fanno onore alla grande fatica che lei stessa e tanto personale sanitario sono stati costretti a sopportare negli ultimi due anni. Nel suo commento, sarcastico, ritiene ridicola la multa da 100 euro per chi si ostinasse a non vaccinarsi. Ai no vax si rivolge con queste parole: «Mi auguro che i danni alla nostra serenità psicofisica perduta, un giorno, tornino indietro 100 volte tanto». Comprensibile, ripetiamo, l’amarezza, ma la maledizione che conclude la tirata contro i non vaccinati lascia perplessi, come tutte le passioni tristi pur associate a un risentimento motivato. Ma il duo Gramellini-Severgnini certo non si cura di sfumature come questa e si produce in un garrulo discorso su quanto siano pochi cento euro per una consimile infrazione e sul fatto che nessuno verrà trattenuto dal fatto di dover pagare con 100 euro la mancata vaccinazione. Questo ci fa capire: a) che per i due giornalisti 100 euro servono per pagare una consumazione al bar; b) che l’uno e l’altro mettono tra parentesi il fatto che lo stipendio medio del lavoratore dipendente italiano sia di 1.200 euro; c) che auspicano una multa ben più onerosa. Ci chiediamo: a quanto dovrebbe ammontare una multa per essere davvero onerosa? E se fosse onerosa – diciamo 5.000 euro – non ci sarebbe sempre qualcuno che la potrebbe pagare senza batter ciglio, mentre altri, meno abbienti, sarebbero costretti a vaccinarsi per mancanza di mezzi?
Questo scenario si è già prodotto ai tempi di Lorenzin ministro della Salute: i genitori che non avessero voluto sottoporre i loro figli alla batteria di vaccini prevista per legge, avrebbero potuto mandare i propri figli alla scuola dell’obbligo pagando una sanzione pecuniaria da 100 a 500 euro. Un bel modo per introdurre ulteriori discriminazioni di censo, non c’è che dire. Perciò il duetto dei due brillanti giornalisti ci ha disgustato, soprattutto per il tono salottiero applicato a questioni serie. Però la loro conversazione rendeva chiaro a tutti che i giornalisti di successo vivono su un altro pianeta, quello in cui 100 euro sono una inezia. Su questo altro pianeta ci vive anche il filosofo Umberto Galimberti, che invitiamo a riflettere (quello è il suo campo) sui prossimi e probabili aumenti di stipendio per gli insegnanti, valutabili ad oggi in circa 50 euro, che sono la metà di 100 euro – vale a dire un’autentica miseria, anzi men che niente se usiamo lo stesso metro di misura usato da Gramellini e Severgnini.