Ancora su green pass e obbligo vaccinale

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Muoviamo dalla situazione di fatto: stiamo vivendo una pandemia, riconosciuta tale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e, al momento, per tentare di sconfiggerla, uno degli strumenti più efficaci, passati al vaglio di organismi pubblici nazionali e sovranazionali, è quello dei vaccini. Riconoscere questi dati, nulla toglie all’esercizio di una costante attività di vigilanza e di critica sulle misure adottate, così come alla necessità di lottare contro un capitalismo predatorio responsabile di devastazioni sociali e ambientali (e epidemie), contro il processo di smantellamento, regionalizzazione, privatizzazione della sanità, contro i tagli all’istruzione e la sua aziendalizzazione, contro le multinazionali farmaceutiche e non, contro le diseguaglianze globali, in primis proprio quelle sulle vaccinazioni.

Ora, la questione green pass e obbligo vaccinale è complessa: coinvolge diritti fondamentali, si inserisce in un contesto che evolve rapidamente e in un orizzonte dove i rapporti di forza registrano l’egemonia della razionalità neoliberista, del principio di massimizzazione del profitto, dell’asservimento della politica all’economia, donde l’imprescindibilità di porre particolare attenzione nel compito di decifrare, demistificare e dubitare.

Il quadro costituzionale, invero, è chiaro: la Costituzione prevede la possibilità che, quando ricorrono interesse dell’individuo e interesse della collettività, il legislatore stabilisca l’obbligatorietà di un trattamento sanitario, rispettando in ogni caso i limiti imposti dal rispetto della persona umana (art. 32). È una previsione coerente con l’impianto di una Costituzione che coniuga il riconoscimento dei «diritti inviolabili» con l’adempimento dei «doveri inderogabili» di solidarietà (art. 2) e con la visione di una persona che non è una monade isolata ma inserita in una rete di relazioni sociali, in una comunità. Senza evocare in alcun modo il “cittadino totale” e lo “stato totale” (Bobbio), ciò significa immaginare un percorso di emancipazione insieme personale e collettiva, che tiene in conto il pieno sviluppo della persona e insieme quello della società alla quale partecipa e, nella prospettiva dell’eguaglianza sostanziale, dedica particolare attenzione a chi si trova in condizione di bisogno e di fragilità. Non solo: le libertà non sono mai assolute, ma incontrano un inevitabile bilanciamento con altri diritti e/o con i diritti degli altri. Quanto detto costituisce l’orizzonte di riferimento anche per le limitazioni introdotte con il green pass, che trovano quindi un puntuale fondamento costituzionale in norme come l’art. 16, che stabilisce che la legge possa limitare «in via generale per motivi di sanità o di sicurezza» la libertà di circolazione (https://volerelaluna.it/vaccino/2021/09/13/il-green-pass-e-la-costituzione/).

Dato il quadro, il green pass o l’obbligo vaccinale, alla luce della situazione attuale e fidandosi della scienza (pur sapendo che non può fornire certezze infrangibili), possono essere considerati legittimi, in quanto ragionevoli e proporzionati, rispetto alle previsioni costituzionali e al bilanciamento fra i vari diritti. Limitare la propria libertà, adempiere a doveri nei confronti degli altri, non è un assoggettamento acritico a una supposta dittatura sanitaria, ma una rivendicazione di un modo di vivere radicalmente opposto rispetto alla libertà assoluta di un egocentrico self made man. Questo, nella consapevolezza sia che i fatti possono mutare sia che esiste una tendenza alla normalizzazione dell’emergenza che va combattuta; e, ça va sans dire, ferma restando la libertà di manifestazione del pensiero, di critica, di obiezione, che per essere effettiva deve rifuggire da spiriti di crociata e criminalizzazioni (funzionali a un sistema che tende a scaricare sul nemico di turno la rabbia legata alle diseguaglianze).  

Infine, un ultimo appunto: green pass o obbligo vaccinale? Il green pass esprime un approccio persuasivo, che richiama l’osservanza al diritto, una cittadinanza consapevole, mentre l’obbligo un atteggiamento impositivo, l’obbedienza al diritto, una infantilizzazione della cittadinanza? Ho qualche dubbio: lungi dal voler sostenere in alcun modo un “diritto autoritario”, mi pare tuttavia che il green pass scarichi il peso sui singoli, senza un’assunzione politica di responsabilità (che muova nella prospettiva costituzionale di cui ante); per tacere delle mistificazioni che si occultano dietro la “raccomandazione” o l’obbligo mascherato, così come nell’uso pastorale del potere e nella visione di una libertà senza limiti e di una società atomistica. Resta, certamente, che l’obbligo in nome della solidarietà non crea magicamente una società solidale, ma leggerlo in questa prospettiva può essere un piccolo passo per costruirla.

 

fotografia di Adam Rhodes

Gli autori

Alessandra Algostino

Alessandra Algostino è docente di Diritto costituzionale presso l’Università di Torino. Fra i suoi temi di ricerca: diritti, migranti, lavoro, democrazia, partecipazione e movimenti, rapporto fra diritto ed economia, pace. Fra i suoi libri e saggi: "L’ambigua universalità dei diritti. Diritti occidentali o diritti della persona umana?", Napoli, 2005; Democrazia, rappresentanza, partecipazione. Il caso del movimento No Tav, Napoli, 2011; "Diritto proteiforme e conflitto sul diritto", Torino, 2018; "La partecipazione dal basso: movimenti sociali e conflitto", in Quaderni di Teoria Sociale, n. 1/2021; "Genere ed emancipazione fra intersezionalità e dominio: una riflessione nella prospettiva del costituzionalismo", in Uguaglianza o differenza di genere? Prospettive a confronto, Napoli, 2022; "Pacifismo e movimenti fra militarizzazione della democrazia e Costituzione", in Il costituzionalismo democratico moderno può sopravvivere alla guerra?, Napoli, 2022.

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2 Comments on “Ancora su green pass e obbligo vaccinale”

  1. Una domanda: Se il vaccino non è obbligatorio – il che significa che sta a noi scegliere se vaccinarci o meno – anche il Presidente della Repubblica l’ha definito un dovere morale – dove sta la ratio dei decreti che istituiscono il green pass con conseguenze molto pesanti per un comportamento che – ripeto – non trasgredisce alcun obbligo giuridico?
    E non sono sanzioni da poco: l’esclusione da molte attività sociali quali l’accesso a cinema, teatro, musei ecc. , in poche parole capovolge letteralmente la nostra vita; ma soprattutto la sanzione – pesantissima – quale la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione, che priva il cittadino dell’esercizio di un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione, nonché dei mezzi di sostentamento per sé e per la propria famiglia.
    Capisco che legiferare bene sia difficile, ma ho l’impressione di trovarmi di fronte a una vera mostruosità giuridica.

  2. Condivido le sue perplessità al 100 % viste le sanzioni per il lavoro, che per altro è e dovrebbe essere ancora più importante anche da un presupposto costituzionale. ma poi da adito a diverse e molteplici interpretazioni, soggettive e chi le controlla ? Chi controlla come si agisce fra i datori di lavoro ? Mica tutti sono così gentili come per il settore pubblico !!!
    E poi subito il Governo fa una gaffe con il Parlamento e Senato dove non obbliga ma invita a predisporre controlli e non impone sanzioni di nessuna genere.
    Io sono preoccupato di questa deriva costituzionale nel senso della libertà degli individui. Noti bene che io non sono un NO VAX ed ho fatto i miei due vaccini Phyzer e sono dotato del cosiddetto “Green Pass !!! Nome che non mi piace perché il GREEN qui non è una prerogativa ma solo un controllo. Quello che i NO VAX duri chiamanio a Torino in CRIN PASS. CRIN sta per maiale !!!!

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