Chi vaccinare?

Volerelaluna.it

01/04/2021 di:

Dopo l’esplicita dichiarazione del presidente del Consiglio Draghi del 24-25 marzo sui ritardi nella vaccinazione degli ultraottantenni e dei “fragili” è esplosa l’attenzione mediatica sulle categorie (diverse nelle varie Regioni) che avevano acquisito diritto a precedenze perché “servizi essenziali” come previsto da disposizioni ministeriali/governative. Le prescrizioni originarie e tassative indicavano come prioritari il personale sanitario, gli ultraottantenni, i fragili e le forze dell’ordine. Poi sono stati inseriti docenti delle scuole e università, avvocati, giornalisti, magistrati, psicologi sulla base dell’appartenenza a ordini professionali o di categoria, a prescindere dall’età, dall’essere in servizio o in pensione, dal luogo di lavoro o da altre caratteristiche oggettive, col risultato che la percentuale delle vaccinazioni degli ultra-ottantenni varia moltissimo da regione a regione a dimostrazione dell’arbitrarietà dei criteri adottati.

Ciascuna categoria ha enorme varietà al suo interno, e non si può decidere sulla base della struttura-fine, a rischio di paralisi. Tuttavia, riferendosi solo alle grandi partizioni, si può nella categoria “docenti” non fare alcuna distinzione fra il personale impegnato con allievi nella fascia di età 0-11 anni e i docenti (e personale) universitari? È uguale il rapporto “fisico” con gli allievi? Le Università non sono state in costante didattica a distanza dall’inizio della pandemia, compresi gli esami? Sono pochissime le eccezioni, qualche attività di laboratorio nei dipartimenti scientifici, lodevolmente controllate con rigorose disposizioni di sicurezza. Non si sarebbe potuto, pur nell’ambito della specifica categoria “docenti”, dare priorità, progressivamente, ai livelli di scuola 0-19 anni? (cfr. La Stampa, Vaccini ai docenti, 29 marzo, p. 32). È bene ricordare che l’Italia è uno dei Paesi con la minore attività in presenza in ogni ordine di scuola. Il Governo Draghi sta dando una spinta con la riapertura del settore 0-11 anni dopo Pasqua: auguriamoci che sia possibile e che si possa procedere gradualmente verso i 12-19 anni ma la cosa è tuttora incerta. A parziale giustificazione di queste scelte, si è detto che il vaccino Astra Zeneca inizialmente non poteva essere somministrato a ultra-55 e quindi conveniva utilizzarlo dove e come possibile. Benissimo, ma come mai il centro vaccini di una Università è stato aperto per vaccinare prioritariamente personale universitario di qualsiasi età sabato 27 marzo, cioè settimane dopo che l’uso di Astra Zeneca era stato esteso a tutte le fasce di età?

È paradossale quanto avvenuto per le vaccinazioni dei “grandi fragili”, anche queste in enorme ritardo rispetto alla priorità assoluta che era stata assegnata. Il ritardo sarebbe stato determinato dalla difficoltà di individuare i soggetti interessati e la situazione si è sbloccata solo la scorsa settimana grazie al fatto che qualcuno ha pensato semplicemente di chiedere all’INPS. In due giorni è stato fornito al Ministero un elenco di oltre 1.250.000 persone (come dichiarato il 28 marzo dal presidente INPS a Mezz’ora in più di Lucia Annunziata). Lo Stato, e il Governo, non conoscono le risorse di dati a loro disposizione e si sono perse settimane preziose per interventi su situazioni tragiche.

Analoghe considerazioni valgono per altre categorie, ma si può semplicemente concludere, come ampiamente esposto negli organi di informazione, che è stato decisivo il “peso” sociale e politico delle caste.

Fra qualche settimana questa caotica situazione sarà superata (speriamo) e archiviata come fastidioso effetto del conflitto Stato-Regioni. Nessuno penserà più alla mancata applicazione di alcuni articoli della Costituzione in caso di pandemia: insomma, un caso di confusione inevitabile in situazione di “guerra”. Contemporaneamente, verrà dimenticato il numero dei morti “in eccesso” che si è prodotto. E si sa, in guerra inevitabilmente la gente muore, e la valutazione delle conseguenze delle decisioni prese è inopportuna, genera solo ulteriore confusione e allarme. Meglio accantonare, ne parleranno gli storici, con buona pace delle vittime!