Stento a comprendere la soddisfazione del PD per aver recuperato qualche punto rispetto alle disastrose elezioni politiche dell’anno scorso e dal momento che la Lega (ripeto la Lega) è diventata il primo partito. Salvini conquista tutte le Regioni del Nord, tocca in Veneto il 50% degli elettori, si insedia pesantemente al Sud. La Lega non è un movimento politico qualsiasi, anche se non credo all’equazione: leghisti = fascisti. Molto più probabilmente la Lega è il veicolo di una malattia antica ed è portatrice di vecchi mali quale l’autoritarismo e il razzismo. Di un antimeridionalismo viscerale e interessato che i leghisti hanno apertamente sbandierato sino a qualche anno fa a Pontida e che oggi occultano nella forma ma non nella sostanza, essendo impegnati a imporre la “secessione delle Regioni ricche” che darà il colpo di grazia all’Italia e al Sud.
Ogni anno dopo le feste celtiche e il rito del dio Po i leghisti scendevano a Venezia e, nella piazza in cui si radunavano, una coraggiosa Signora, Lucia Massarotto, per anni ha esposto il Tricolore proprio in faccia al palco di Bossi e compagni. Esasperandoli! L’ha fatto per 12 anni dimostrando un coraggio civico eccezionale e opponendo una strenua “Resistenza” all’ignoranza, al razzismo nei confronti dei “terroni” e alla valanga di bugie e di offese contro tutti gli italiani.
Oggi, solidarizzo con la Signora Massarotto che col suo gesto ha inteso difendere l’Italia ed esprimere un sentimento di fraternità con noi meridionali insultati e infangati in quella Piazza tracimante odio. Povera Signora! Chissà cosa penserà di noi calabresi ora che Salvini viene acclamato nei nostri paesi e la Lega è diventata un pilastro finanche nei Comuni della Locride. Forse riterrà di aver avuto torto e che la cricca politica “Bossi-Salvini e soci” hanno avuto ragione a insultarci e diffamarci. Penserà che siamo servi per vocazione e subalterni per tradizione. Opportunisti per convinzione.
Mi creda Signora Lucia: non è così! Come ovunque, anche tra di noi ci sono “servi” e “padroni” ma non è un problema di etnia bensì di storia. Storia soprattutto delle nostre classi dirigenti. Lei queste cose le saprà senz’altro meglio di me ma io non ho la capacità di spiegarle in un articolo. Mi appello quindi alla sua indulgenza e, mi creda, sarebbe poca cosa se la Lega avesse conquistato solo una parte, sia pur consistente, dei nostri voti. La verità è che ha infettato la nostra anima, la nostra cultura, la nostra storia, e ci ha strappato parte della nostra grande umanità. E il guaio più grande è che la Sinistra (?) pensa di rimuovere il problema costruendo un’alternativa elettorale ma non politica, ideale, culturale, organizzativa e umana all’avanzata leghista e all’inconsistenza dei 5 Stelle. Purtroppo.
In tale contesto “Riace” sembrerebbe espugnata e Salvini agita ciò che sembra lo scalpo di Mimmo Lucano come segno di vittoria.
È assolutamente necessario fare qualche paragone storico: Riace è stata la Venezia del 1848 che ha resistito superbamente alle truppe imperiali ma è stata sfibrata da un morbo interno. Ho il massimo rispetto degli elettori di Riace comunque abbiano votato ma sono assolutamente consapevole che non potevano “resistere” un giorno di più. Contro Riace sono stati impiegati “armi” pesanti, visibili e soprattutto invisibili e il risultato della Lega lo dimostra. L’assedio è durato anni e il “potere costituito” dei prefetti, dei PM, dei militari ha svolto le finzioni di “stato maggiore” delle forze di invasione. L’offensiva finale è scattata il 2 ottobre dello scorso anno, giorno dell’arresto del sindaco di Riace, e i razzi Katiuscia sono stati impegnati nei giorni precedenti alle elezioni. E così hanno scavato voragini nei cuori e nelle menti di coloro che avrebbero avuto tutti i motivi di sentirsi orgogliosi della loro storia. È l’eterno e sempre attuale dramma della Roma dei Gracchi, i due fratelli uccisi dalla plebe a cui avevano sacrificato la vita. E non sarebbe giusto accusare la “plebe”!
Mimmo Lucano come gli anarchici è “scacciato senza colpa”, perché Riace non è un’isola del Pacifico scollegata dal mondo. I suoi cittadini guardano la TV, navigano nella rete e sono stati abituati soprattutto da parte della Sinistra forcaiola a credere acriticamente alle procure come se fossero oracoli. Infine nel momento in cui la Lega penetra nella Locride e nella Calabria è naturale che riesca a penetrare anche a Riace. Se non comprendiamo ciò finiamo con il pretendere dalla gente comune virtù eccezionali che noi non abbiamo (io certamente non ho), e che loro non possono avere.
Anche nella Locride molti tirano un sospiro di sollievo. Come nel caso di Campanella, dei 5 Martiri di Gerace, dei “briganti”; la rivolta e l’eresia sono state sconfitte dallo “Stato”, e gli eretici “bruciati” sul sacro fuoco della “legalità”. Così molti “politici” e “amministratori” non avranno più un termine di paragone che certifichi la loro mediocrità, inconsistenza e subalternità.
Ciò che non hanno capito è che Riace non è più (e da tempo) un piccolo paese, bensì una grande Idea e in quanto tale non può essere uccisa, processata o imprigionata. Non solo perché già vive, e non solo nella Politica, ma ha contaminato, l’arte, la cultura, la musica. Viaggia e si libra nei versi di Vinicio Capossela e sulle note di molti artisti, nel film di Wim Wenders, nella fiction di Fiorello, sui murales di mezzo mondo, nei sogni e nelle speranze. “Riace” è oggi un’Utopia che diventa ogni giorno realtà. Intanto bisogna difendere la Riace che resiste, che si allarga nella Locride e nella Calabria tutta. Bisogna battersi con la stessa determinazione con cui gli scamiciati e le donne scapigliate di Madrid hanno difeso la loro “Repubblica” al grido di No pasarán!
Potranno “passare” per un giorno, forse per un anno, potranno provocare sofferenze e prigionieri ma alla fine non passeranno fintanto che gli uomini vorranno restare “Umani”.