La tempesta perfetta

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La tempesta perfetta è un film del 2000, ispirato a una storia realmente accaduta, nel quale George Clooney interpreta il ruolo dello sfortunato capitano Billy Tyne, comandante del peschereccio Andrea Gail. Il peschereccio salpò da Gloucester, Massachusetts, per una battuta di pesca. I risultati furono deludenti e il comandante, piuttosto che rientrare a mani vuote, decise di spingersi oltre le normali rotte di pesca del New England, dirigendosi verso il Flemish Cap, noto per i ricchi banchi di pesce spada. Sennonché alle sue spalle la situazione metereologica cominciò a peggiorare rapidamente. L’uragano Grace si trovò in rotta di collisione con altre due aree di bassa pressione – una proveniente da Sud, l’altra da Nord – la cui unione fece scaturire un evento di eccezionale potenza, la cosiddetta tempesta perfetta, che travolse il peschereccio con tutto il suo equipaggio.

Una tempesta perfetta è quella che sta per abbattersi sulla democrazia italiana in questa grigia alba del 2019 per la congiunzione di due aree di crisi di straordinaria potenza.

La prima è sotto gli occhi di tutti per i recenti fatti di cronaca legati alla gestione politica dell’immigrazione. Le clamorose manifestazioni di disagio dei sindaci, inaugurate dalla sfida lanciata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha respinto gli effetti perversi del decreto sicurezza denunciandone gli aspetti “inumani e criminogeni”, si sono incrociate con la vicenda assurda dei 49 profughi bloccati per due settimane a bordo delle navi umanitarie delle ONG Sea Watch e Sea Eye. Proprio quest’ultima vicenda segnala un salto di qualità nella disumanizzazione della politica italiana così indigesta da far scricchiolare persino la compattezza della compagine governativa, come dimostra lo scontro furioso di questi giorni fra il ministro dell’Inferno e il presidente del Consiglio. Anche se l’aspetto più eclatante della crisi si è chiuso con lo sbarco dei profughi a Malta, i numerosi veleni sparsi da provvedimenti discriminatori e da una comunicazione pubblica che eccita la caccia allo straniero stanno minando la convivenza pacifica nel nostro Paese e sono destinati a creare un conflitto sociale generalizzato a cui non possono porre rimedio gli interventi correttivi dei giudici e della Corte costituzionale.

L’uragano sociale prodotto da questa politica scellerata è destinato a crescere d’intensità e a congiungersi a breve con un altro uragano generato dal progetto di autonomia differenziata per il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna, in calendario nel mese di febbraio. Abbiamo già osservato (La secessione attraverso la scuola) che questo progetto rischia di cambiare in modo irreversibile il volto della democrazia italiana e rompere il tessuto unitario dei diritti, innescando una spirale di conflitti fra le regioni e le aree geografiche del nostro Paese, che si incroceranno con quelli prodotti dalla gestione dell’immigrazione.

Riuscirà la Repubblica a resistere alla tempesta perfetta che si profila all’orizzonte?

L’articolo è comparso anche sul Corriere dell’Irpinia

Gli autori

Domenico Gallo

Domenico Gallo, magistrato è stato presidente di sezione della Corte di cassazione. Da sempre impegnato nel mondo dell’associazionismo e del movimento per la pace, è stato senatore della Repubblica per una legislatura ed è componente del comitato esecutivo del Coordinamento per la democrazia costituzionale. Tra i suoi ultimi libri "Da sudditi a cittadini. Il percorso della democrazia" (Edizioni Gruppo Abele, 2013), "Ventisei Madonne Nere" (Edizioni Delta tre, 2019) e "Il mondo che verrà" (edizioni Delta tre, 2022).

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