Mi assumo pienamente la responsabilità politica della tragedia.
Ho convocato oggi con urgenza il Consiglio dei Ministri, in un momento difficile, forse il più pesante del nostro mandato governativo. Voglio assumermi la responsabilità politica della tragedia davanti al Consiglio dei ministri e davanti al popolo greco. Non vi nascondo che ho sentimenti contrastanti in questo momento. Come immagino tutti voi. Il dolore, per le vite umane che sono state inaspettatamente perse anche ingiustamente. Ma anche l’ansia. Ansioso se abbiamo fatto le cose giuste da fare. Se abbiamo risposto correttamente al momento critico. Se avremmo potuto fare qualcosa di più. Se avremmo potuto salvare anche un’anima tra coloro che se ne sono andati ingiustamente.
Come anche io non voglio nascondervi ciò che non evito nemmeno di pensare o di temere: ciò che proviene da un istinto di autoconservazione, il rischio di commettere lo stesso errore che abbiamo visto così spesso negli altri. Esagerare con le scuse per diminuire le responsabilità. Oggi, tutti noi comprendiamo in modo doloroso e in tutta la sua profondità che stiamo governando un paese che è stato dominato da distorsioni per anni. Che interi insediamenti sono stati costruiti arbitrariamente su ruscelli e spiagge. Che con la responsabilità anche dello Stato, sono stati creati interi complessi residenziali senza alcuna disposizione per la sicurezza dei propri residenti. Questo Stato, tuttavia, è governato da noi. E per quanto sia giusto – ed è giusto – ricordare che in tre anni non avremmo potuto risolvere enormi problemi che persistono da decenni, dobbiamo pensare se abbiamo fatto tutto il possibile per cambiarlo. Non esitiamo, a dare priorità alla lotta per affrontare il disastro umanitario causato dalle politiche del memorandum, non esitiamo ad affrontare il più decisamente possibile il rischio di altri disastri, per le distorsioni viziose che sono state create nel passato.
Alexis Tsipras
(Presa di posizione del 27 luglio 2018, in occasione della riunione di emergenza del Consiglio dei ministri)
Il 24 luglio Tsipras aveva indirizzato il seguente messaggio alla nazione:
Greci e greche
Non ci sono parole per descrivere i sentimenti di tutti noi in questi momenti. Il paese vive una tragedia incalcolabile. Dozzine di vite umane sono andate perse. E questo è insopportabile per tutti e tutte. Non solo per le famiglie che hanno perso i loro cari. Ma anche per quelli di noi che sono in posizioni di responsabilità. Per quelli che capiscono che non c’è niente di più prezioso della vita umana. Oggi la Grecia è in lutto. E nel ricordo di quelli che si sono persi proclamiamo un lutto nazionale di tre giorni. Ma non dobbiamo permettere che il lutto ci basti. Perché queste ore sono ore di battaglia, unità, coraggio e soprattutto solidarietà. Perché solo così, insieme, possiamo resistere alla tragedia. La Grecia sta attraversando una grande prova. Non ci sono differenze in questi momenti. Verrà il tempo in cui guarderemo, spero con rispetto per i morti, il come e il perché. Ora è il momento della mobilitazione e della lotta. Lotta per salvare ciò che può essere salvato. Lotta per sconfiggere il fuoco. Lotta per trovare i dispersi. Non piangere altre vite. E lenire il dolore di coloro che sono stati afflitti. Con assoluto rispetto e profondo riconoscimento:
Ai nostri vigili del fuoco, che danno un’incredibile lotta eroica.
I soccorritori dell’EKAB.
Agli uomini e alle donne delle Forze Armate, della Guardia Costiera e della polizia che ieri hanno salvato centinaia di vite umane.
Con immenso rispetto per le migliaia di volontari che danno questa volta il presente sul fronte della vita.
Voglio impegnarmi, che:
Niente e nessuno sarà dimenticato.
Niente e nessuno rimarrà indifeso senza l’assistenza dello stato. Ma niente sarà lasciato senza risposte.
Infine, voglio ringraziare calorosamente tutti i leader stranieri che hanno espresso solidarietà e offerto il loro aiuto. La Grecia sta attraversando uno dei momenti più difficili.
Li ringraziamo per i loro pensieri accanto a noi.
Con l’unità e la fede nelle nostre forze, staremo in piedi.
Grazie.