Osservatorio quindicinale

Volerelaluna.it

16/07/2018 di:

Le notizie più importanti dall’Africa Subsahariana
16 luglio 2018

Africa Occidentale e Sahel

Guinea Conakry

Sierra Leone

  • L’ex vicepresidente della Sierra Leone Victor Foh è stato arrestato il 5 luglio insieme all’ex ministro delle risorse minerarie per un caso di presunta appropriazione indebita di fondi a seguito della pubblicazione di una relazione del nuovo governo (aprile 2018) in cui viene valutata l’attività della precedente amministrazione.
  • Nello stesso giorno, la Corte di giustizia dell’ECOWAS (Comunità economica degli Stati africani occidentali) ha rinviato a tempi indefiniti l’udienza sulla denuncia per le vittime dell’epidemia di Ebola contro il governo della Sierra Leone. La causa venne avviata nel dicembre 2017 con l’accusa al governo di negligenza, cattiva gestione e corruzione dei fondi destinati ad affrontare l’epidemia in cui morirono 3956 persone in Sierra Leone, per un totale di più di 11.300 sommando le morti in Liberia e Guinea.

Mali

  • La principale coalizione jihadista nel Sahel, il Gruppo di appoggio all’Islam e ai musulmani, noto con il suo acronimo in arabo JINM, ha condotto due attacchi durante il primo fine settimana di luglio contro una pattuglia dell’operazione francese Barkhane a Gao, nel nord del Paese, e contro la nuova sede a Sévaré (centro del Mali) della forza militare congiunta G5 Sahel (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger). Gli attacchi coincidono con l’incontro in Mauritania tra i leader di questa forza militare e il presidente francese.

Burkina Faso

  • Un cittadino è stato condannato a due mesi di carcere per una pubblicazione su Facebook con l’accusa di incitare al disturbo dell’ordine pubblico, demoralizzare le forze armate e cospirare contro la sicurezza dello Stato. Seguito da oltre 34.000 persone su questo social network, Naim Touré, di 35 anni, era stato arrestato preventivamente il 14 giugno dopo aver pubblicato un post per denunciare, indignato, l’abbandono al suo destino di un poliziotto ferito a seguito di un’operazione antiterroristica condotta a Ouagadougou, la capitale. I blogger e gli attivisti si preoccupano per la libertà di espressione in un Paese in cui i social network sono sempre più importanti per mobilitare i cittadini.

Niger

  • Continua il caso dei 26 attivisti detenuti da marzo per aver organizzato e partecipato a una manifestazione non autorizzata dal governo contro la legge finanziaria 2018, giudicata impopolare. Il 10 luglio, l’accusa ha chiesto tre anni di prigione per tre leader della società civile: Ali Idrissa (capo della Rete delle organizzazioni per la trasparenza e l’analisi del bilancio), Moussa Tchangari (segretario generale dell’Associazione degli spazi cittadini alternativi) e Nouhou Arkiza (presidente del Movimento per la promozione della cittadinanza responsabile).
  • D’altra parte, un tribunale in Niger ha comminato tra i due e i sette anni di carcere ai 17 membri del gruppo jihadista nigeriano Boko Haram, che attacca ormai anche nel sud del Niger. Al processo erano imputati 42 sospettati e 21 sono stati rilasciati. Le prime prove a carico dei presunti membri di Boko Haram erano state raccolte nel marzo del 2017.

Costa d’Avorio

Benín

  • I deputati dell’opposizione continuano a votare contro la revisione della Costituzione proposta dal governo, come hanno fatto ad aprile 2017. I sostenitori dell’esecutivo sottolineano che il voto è puramente politico mentre vi è consenso su alcuni punti di modifica come l’abolizione della pena di morte, la creazione della Corte dei conti o l’aumento della rappresentanza delle donne in posizioni di responsabilità. Con il rifiuto dell’opposizione, l’unica possibilità per il governo è indire un referendum per far approvare le modifiche alla Costituzione.

Nigeria

Africa Centrale

Camerun

Repubblica Democratica del Congo

Guinea Equatoriale

  • Il partito di opposizione Convergenza per la Democrazia Sociale (CPDS) ha criticato e denunciato come “inganno” il tavolo del dialogo organizzato dal governo e previsto per lunedì 16 luglio. Qualche settimana fa l’unico partito di opposizione (Cittadini per l’Innovazione) che aveva raggiunto la rappresentanza parlamentare nelle ultime elezioni legislative, e che è stato posto fuori legge da febbraio, ha riferito di non essere stato invitato a questo tavolo del dialogo, già convocato a metà giugno da Teodoro Obiang, presidente della Guinea equatoriale da 39 anni.

Africa Orientale e Corno d’Africa

Somalia

  • Almeno cinque civili sono morti e più di 10 sono rimasti feriti nell’attacco a colpi di mortaio avvenuto il primo luglio in un quartiere civile vicino al quartier generale della Missione dell’Unione Africana in Somalia (AMISON). Il gruppo jihadista Al Shabab ha rivendicato l’attacco. Sei giorni dopo, a Mogadiscio, la capitale, altre cinque persone sono morte e tredici sono rimaste ferite in due simultanei attacchi con esplosivo contro il Ministero della Sicurezza.

Gibuti

  • Gibuti ha inaugurato il 5 luglio quella che potrebbe diventare entro il 2028 la zona franca per il commercio più grande nel continente africano. Questo Paese, situato nel cosiddetto Corno d’Africa, mira a sfruttare al massimo la sua posizione strategica all’ingresso del Mar Rosso e diversificare l’economia del Paese, creare posti di lavoro, attrarre investimenti e quindi aumentare il proprio PIL dell’11%. La realizzazione di questo progetto avverrà grazie ai fondi cinesi, principali azionisti del porto di Gibuti. È in questo Paese africano che la Cina ha realizzato la sua prima base militare all’estero, lo scorso anno.

Eritrea

  • Storico primo fine settimana di luglio per le relazioni tra Eritrea ed Etiopia. La visita del primo ministro etiope Abiy Ahmed al presidente dell’Eritrea, Isaiah Afewerki, ha posto fine ai 20 anni di disputa di confine che ha portato a una guerra tra il 1998 e il 2000 in cui morirono circa 80.000 persone. I rapporti diplomatici sono stati ripristinati ed entrambi i Paesi riapriranno le loro ambasciate. Il presidente dell’Eritrea ha anche fatto una visita storica ad Addis Abeba, la capitale etiope, nel fine settimana del 14-15 luglio. La pace tra i due Paesi giunge con l’arrivo al potere del primo ministro etiope in aprile, orientato ad attuare politiche riformiste come il rilascio dei dissidenti detenuti o l’eliminazione delle restrizioni a Internet.

Etiopia

  • Continua la violenza nel sud del Paese che da giugno ha costretto più di 800.000 persone a fuggire nelle aree di confine di Gedeo e Ovest Guji. È un conflitto tra le comunità somale (per lo più pastori) e Oromo (principalmente agricoltori) per il controllo del territorio e delle risorse, i pozzi e i pascoli.
  • Il primo ministro dell’Etiopia, Abiy Ahmed, si è incontrato il 2 luglio con Sophia, il robot umanoide più avanzato del mondo, giunto nella capitale etiopica.

Sud Sudan

  • Incontratisi nella capitale etiopica, il presidente del Sud Sudan Salva Kiir e l’ex vicepresidente Riek Machar non hanno raggiunto alcun accordo. Mentre a Khartoum, la capitale del Sudan, la mediazione del presidente di questo Paese aveva permesso di raggiungere un cessate il fuoco, violato però solo sei ore dopo l’inizio. Tuttavia, l’incontro avvenuto nel palazzo presidenziale di Kampala, in Uganda, ha realizzato qualcosa di più: a Riek Machar verrà confermato l’incarico di vicepresidente. L’accordo raggiunto prevede l’istituzione di quattro vice-presidenze: quella di Machar, la conferma degli attuali due e una quarta per una donna. Il Sud Sudan ha ottenuto l’indipendenza dal Sudan nel 2011, diventando il Paese più giovane del mondo, ma nel 2013 per le differenze tra il presidente e il vicepresidente ha avuto inizio una guerra civile che sembra non aver fine.
  • Da parte sua, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato il 13 luglio a favore di un embargo delle armi al Sud Sudan fino a maggio 2019.

Uganda

  • I social network in Uganda hanno smesso di essere liberi il 1 luglio. Da questa data il governo ha imposto un costo giornaliero di 200 scellini ugandesi (0,04 euro) per l’utilizzo dei social network; una tassa che non soddisfa la popolazione ugandese, né è chiaro come si debba pagarla. Alcune persone hanno iniziato a utilizzare reti private virtuali (VPN) per accedere alle reti, ma il governo prevede di limitare anche l’uso di questi servizi. Cinque cittadini e una compagnia telefonica hanno presentato ricorso contro questa misura dinanzi alla Corte costituzionale e una coalizione dell’opposizione e la società civile hanno richiesto il ritiro della tassa, denunciandola come un ostacolo alla libertà di espressione.

Kenya

Malawi

  • Il principale partito di opposizione in Malawi il 2 luglio ha chiesto le dimissioni del presidente, Peter Mutharika, per le accuse di aver ricevuto 4 milioni di dollari per la riscossione di un contratto governativo. Mutharika ha definito false le accuse, notizie create ad arte con l’intenzione di diffonderle prima delle elezioni del prossimo anno. Due giorni dopo, il vicepresidente, Saulos Chilima, ha annunciato l’intenzione di sfidare il presidente alle prossime elezioni.

Mozambico

  • Il presidente del Mozambico, Filipe Nyusi, e il leader dell’opposizione di Renamo, Ossufo Nomade, hanno annunciato l’11 luglio un anticipo dei negoziati di pace per l’integrazione degli ex ribelli nelle forze armate e di sicurezza del Paese. Il Mozambico ha vissuto una guerra civile, scoppiata dopo la guerra di indipendenza dal Portogallo (1964-1974), tra il 1977 e il 1992 in cui si affrontarono il Renamo (oggi all’opposizione) e il Frelimo (attuale governo). Il governo e il Renamo sono in trattative di pace dal 2013.
  • Almeno quattro persone sono morte in un nuovo attacco da parte del gruppo terrorista che agisce nel nord del Paese.

Africa Australe

Sudafrica

Traduzione di Fulvio Perini