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25/06/2018 di: lamarea.com
Le notizie più importanti della settimana dall’America Latina
Messi e due fratelli del presidente Macri nei Panama Papers; il Messico inizia la privatizzazione delle riserve idriche protette; l’ONU chiede agli Stati Uniti di decolonizzare Porto Rico; in Nicaragua riprende il dialogo per porre fine alla violenza…
Messico
- Nel bel mezzo della campagna elettorale e con la Coppa del mondo sullo sfondo, il governo messicano firma dieci decreti che aprono la porta alla privatizzazione del 40% delle aree idrografiche protette del Paese, che contengono circa il 55% delle acque dolci della superficie del Messico. In particolare, questa misura apre la porta allo sfruttamento di queste acque per il settore minerario, dell’energia e dell’agricoltura, sotto il controllo di società multinazionali straniere.
- Una settimana prima delle elezioni (1 luglio), più di 120 candidati sono già stati uccisi durante la campagna elettorale. Ancora prima di cominciare, queste sono già le elezioni più violente nella storia del Paese.
- Il mese di maggio 2018 è stato il mese più violento nella storia del Messico, con 2530 omicidi, secondo i dati ufficiali (SESNSP). Inoltre, un’indagine condotta dal centro “Animal Pólitico” rivela che in Messico ci sono solo 5 sentenze di condanna per ogni 100 morti violente.
- Secondo numerosi sondaggi elettorali, Morena, il partito del candidato progressista Manuel López Obrador, sfiora la maggioranza assoluta dei parlamentari nel Congresso mentre il candidato alla presidenza è in testa con oltre 20 punti di vantaggio dal suo principale avversario, il conservatore Ricardo Anaya.
Porto Rico
- Anche quest’anno, il Comitato per la decolonizzazione delle Nazioni Unite chiede agli Stati Uniti l’apertura di un processo che possa consentire a Porto Rico di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza, smettendo di essere una colonia statunitense.
Guatemala
- Una donna sostiene di essere stata vittima di abusi sessuali da parte del presidente Jimmy Morales. Le informazioni sono comparse nei media senza pubblicare l’identità della presunta vittima. La magistratura non ha ancora aperto alcun tipo di indagine.
- 110 morti e 197 dispersi. È il bilancio ufficiale delle vittime in seguito all’eruzione del vulcano Fuego. Questa settimana le autorità guatemalteche hanno sospeso definitivamente il lavoro di ricerca e salvataggio, sostenendo che è troppo rischioso continuare.
El Salvador
- L’ufficio del procuratore salvadoregno indagherà su 160 crimini di guerra commessi durante la guerra civile che ha devastato il Paese negli anni Ottanta. La misura viene due anni dopo l’abrogazione della legge di amnistia generale, che lasciò questi crimini impuniti.
- Migliaia di persone hanno manifestato in El Salvador per esprimere il loro rifiuto ai piani del Governo per privatizzare lo sfruttamento del fiume Lempa, che interessa il 56% del Paese e rappresenta la fonte per la produzione del 40% dell’elettricità. Il Lempa è la più grande fonte di approvvigionamento dell’acqua potabile per 800.000 persone (il 12,6% della popolazione salvadoregna).
Nicaragua
- Il Governo del Nicaragua esprime il consenso a che le Nazioni Unite e l’Organizzazione degli Stati americani visitino il Paese per accertare le responsabilità nella morte di almeno 212 persone durante le proteste che hanno scosso il Paese in due mesi. Tuttavia, il governo del Nicaragua ha respinto la relazione finale della Corte interamericana dei diritti umani (IACHR) su questa crisi, valutandola come «parziale» e «soggettiva». La relazione in questione accusa l’esecutivo di gravi violazioni dei diritti umani, conferma la morte di 212 e il ferimento di 1337 persone, segnalando l’«uso eccessivo e arbitrario della forza» da parte della polizia del Nicaragua e dei gruppi paramilitari che simpatizzano con Daniel Ortega.
- Inoltre, l’esecutivo presieduto da Daniel Ortega ha accettato di riprendere il dialogo con i rappresentanti di diversi settori sociali per cercare un’uscita concordata all’ondata di violenza. Per ora non è confermato se ci saranno elezioni anticipate.
- Rappresentanti della Chiesa cattolica intervengono e riescono a ridurre la tensione nella città di Masaya, dove questa settimana una ribellione civile è riuscita a estromettere l’autorità governativa. Al fatto ha risposto duramente il governo con uno degli interventi più violenti nei due mesi di dimostrazioni.
Colombia
- Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), la Colombia rimane il Paese con il maggior numero di sfollati interni del mondo (7,7 milioni di sfollati).
- Il presidente neoeletto della Colombia, Iván Duque, ha dichiarato che non nominerà l’ambasciatore per il Venezuela perché, ha affermato, il governo di Nicolás Maduro è “illegittimo”.
- Il presidente Juan Manuel Santos ha confermato la scoperta di tre cadaveri che potrebbero corrispondere ai corpi dei tre giornalisti rapiti e uccisi al confine con l’Ecuador.
Venezuela
- L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani chiede che la Corte penale internazionale indaghi su morti, torture e detenzioni arbitrarie da parte delle autorità venezuelane e accusa il governo di non aver condotto alcuna azione di contrasto.
- L’Assemblea costituente nazionale venezuelana ha nominato Diosdado Cabello alla presidenza in sostituzione di Delcy Rodríguez, nominata vice presidente del Venezuela. Cabello è uno degli uomini forti del chavismo, con legami particolarmente stretti con i settori militari.
- L’opposizione venezuelana è nuovamente divisa, questa volta su tre fronti chiaramente differenziati: da un lato, la Mesa de la Unidad e il Frente Amplio Venezuela Libre, il principale gruppo di opposizione; d’altra parte, Somos el Venezuela, di natura progressista; infine, la nuova formazione creata dall’ex candidato presidenziale Henri Falcón, che raccoglie Copei, Avanzada Progresista, MAS e il Movimento ecologico.
- L’UNHCR rileva che il Venezuela è già il quarto Paese al mondo per il numero di domande di asilo (126.400 nel 2017).
- Diversi collettivi femministi hanno presentato all’Assemblea nazionale costituente una proposta di modifica della legge sull’aborto per esigerne la depenalizzazione.
Brasile
- L’ex presidente uruguaiano José Mujica ha visitato l’ex presidente Lula in prigione, dove rimane recluso. Mujica dice di aver trovato Lula dimagrito, di “buon umore” ma preoccupato per il futuro del Brasile e della regione, così come per il rischio latente di scontro che può coinvolgere la società brasiliana.
- Il 26 giugno, la Corte Suprema brasiliana esaminerà la disposizione di mantenere in carcere l’ex presidente Lula, detenuto da aprile per reati di corruzione passiva. La richiesta di rilascio è motivata dall’anomalia che non gli è stato permesso di fare ricorso a tutte le possibilità che la legislazione brasiliana permette.
Ecuador
- L’ex presidente Rafael Correa sta valutando la possibilità di chiedere asilo politico in Belgio, dove vive dal 2017, a protezione dalla giustizia ecuadoriana che ha stabilito la carcerazione preventiva per il suo supposto collegamento con il rapimento dell’avversario Fernando Balda nel 2012. Al momento, la Procura della Repubblica gli chiede di presentarsi ogni 15 giorni al Tribunale nazionale.
- «Non si può pensare a un asilo che dura per anni», ha dichiarato il cancelliere ecuadoriano José Valencia, sulla protezione accordata al fondatore di Wikileaks, Julian Assange, rifugiato nell’ambasciata ecuadoriana a Londra dal 2012.
Perú
- Secondo l’UNHCR, il Perù è il Paese che ha registrato il maggior numero di domande di asilo di cittadini venezuelani nel 2017 (33.100 domande), davanti agli Stati Uniti (30.000) e al Brasile (17.900).
- Il Ministero della Pubblica Istruzione peruviano ha dichiarato illegale lo sciopero nazionale degli insegnanti del Paese per chiedere miglioramenti delle loro condizioni di lavoro.
Bolivia
- Il presidente Evo Morales va in visita ufficiale in Cina per firmare accordi commerciali (principalmente per caffè e quinoa) e per lo scambio di tecnologie tra i due Paesi.
- Questo giovedì la Bolivia ha celebrato il Capodanno andino amazzonico e chaco (Wilka Kuti, anno 5526), una celebrazione che mira a recuperare l’identità indigena della Bolivia.
Paraguay
- Il presidente eletto del Paraguay, Mario Abdo Benítez, afferma in un’intervista che convocherà «un grande dibattito per una riforma della Costituzione».
Uruguay
- L’ex presidente José Mujica parla in un video del passato e del presente delle migrazioni rilanciando il tema sui social network in coincidenza con la riapertura del dibattito in Europa attorno alla crisi migratoria e alla passività degli Stati europei nell’assumersi le loro responsabilità legali e umanitarie.
Argentina
- Una nuova versione dei Panama Papers (sul riciclaggio di denaro) rivela che Gianfranco e Mariano Macri, fratelli del presidente Mauricio Macri, hanno creato una società a Panama, con l’aiuto dell’azienda Mossack Fonseca, per gestire con questa un conto bancario in Svizzera e lavare il denaro da riciclare (circa 3,5 milioni di euro).
- Lo scandalo Panama Papers coinvolge anche il calciatore Lionel Messi e la sua famiglia. Secondo documenti trapelati, i rappresentanti della famiglia Messi acquistarono la compagnia Mega Star con sede centrale a Panama appena un giorno dopo che la procura di Barcellona aveva denunciato il calciatore argentino per evasione fiscale attraverso un’altra compagnia panamense. Lionel Messi e suo padre, che sono stati condannati nel 2017 a pene detentive e a una sanzione di 4,2 milioni di euro, erano indagati dalle autorità panamensi per “operazioni sospette” in Mega Star.
- Per la prima volta nella storia dell’Argentina, un tribunale ha condannato un uomo all’ergastolo per l’omicidio di Diana Sacayán, leader trans. Tra le motivazioni della condanna “omicidio aggravato”, violenza di genere e odio per l’identità di genere. Viene riconosciuto per la prima volta il reato di “travesticidio”.
- L’agenzia di rating Morgan Stanley classifica l’Argentina come un “mercato emergente”, come Brasile, Cina, Colombia e Russia.
- Il presidente Mauricio Macri licenzia i ministri della produzione e dell’energia. La riorganizzazione dei ministeri rafforza il potere di Nicolás Dujovne, ministro del Tesoro e portavoce della politica economica del governo. Diversi analisti interpretano questi cambiamenti come primo avvicinamento del governo verso il Fondo Monetario Internazionale (FMI), appena due settimane dopo che questo ha concesso un prestito di 50.000 milioni di dollari per il salvataggio dell’Argentina.
- Gli oppositori della legge che depenalizza l’aborto hanno messo in atto una strategia per ritardare la discussione in Senato delle norme approvate solo due settimane fa con un voto storico del Congresso argentino.
- L’Argentina entra nel club dei salari minimi più bassi della regione. Il salario minimo, espresso in dollari, cade di nuovo a causa della svalutazione del peso argentino ed è dietro quello del Paraguay (339 dollari al mese in Argentina, contro i 366 dollari in Paraguay).
Cile
- Il Congresso cileno stabilisce che le cliniche mediche che si rifiutano di eseguire aborti e sostengono l’obiezione di coscienza, non potranno accedere a nessun tipo di finanziamento statale.
- Il Vaticano avvia la costituzione di un nuovo meccanismo per accelerare la registrazione degli scandali sessuali commessi da membri della Chiesa cattolica.
Altre informazioni
- Questa settimana ha avuto luogo in Paraguay il Vertice del Mercosur, a cui hanno partecipato i presidenti dei Paesi che compongono questa organizzazione regionale (tranne Mauricio Macri e Evo Morales). Una delle priorità di questo vertice, in cui c’è stata l’unanimità, attiene all’accelerazione del trattato di libero scambio Mercosur-Unione Europea. È stata confermata la sospensione del Venezuela da questa organizzazione, così come la richiesta di pace in Nicaragua. L’incontro è stato anche l’occasione del passaggio della presidenza pro tempore del Mercosur dal Paraguay all’Uruguay, fino alla fine del 2018.
- Bolivia, Brasile, Paraguay e Perù hanno concordato questa settimana il regolamento che governerà la costruzione del treno bioceanico, che collegherà la città brasiliana di San Paolo alla città peruviana di Ilo, attraversando il territorio boliviano e paraguaiano.
- Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ribalta la sua decisione di separare i bambini migranti dalle loro famiglie nei centri di detenzione vicini al confine con il Messico, una decisione apprezzata da diversi Paesi, in particolare quelli dell’America centrale (origine della maggior parte di questi migranti). Nonostante la decisione, rimangono per i posteri le immagini di minori (alcuni di soli otto mesi) separati dai loro genitori nei centri di detenzione, e la seconda copertina che la rivista Time dedica a Trump.
Tratto da lamarea.com
Traduzione di Fulvio Perini