Maxim Kantor, La società aperta
Oumarou è un giovane richiedente asilo arrivato dal Cameroun in Italia nel 2013. Ha appena 18 anni e nel suo Paese aveva già ottenuto un diploma di scuola superiore ma in Italia riesce a ottenere solo l’asseverazione del titolo di licenzia media.
Nella storia di Oumarou e nel suo percorso qui in Italia ci sono persone e incontri importanti. A volte gli incontri speciali sono l’occasione per cambiare. È capitato a tutti di vivere qualcosa che ha rappresentato un momento di svolta e di cambiamento. Una persona che ti sta accanto, che ti dà la motivazione e che ti fa sapere che il desiderio e la vita sono possibili. Che ti dice: «Tu puoi! Si può fare!». A volte sono le persone che hai accanto sempre o che lo diventeranno. Altre volte sono persone in prestito, magari per un certo tempo.
Nella storia di Oumarou c’è un’insegnante ma anche un’intera comunità scolastica che lo accoglie per accompagnarlo all’esame di Stato. La comunità scolastica (le famiglie, gli insegnanti, i ragazzi) si attivano in maniera inedita. Oumarou, essendo di madrelingua francese, è una risorsa all’interno della scuola per quanti sono in difficoltà con la lingua. Non è difficile per lui darsi disponibile soprattutto per conversare; è un’occasione per socializzare e anche per lui stesso per apprendere l’italiano.
La scuola ‒ che è quella dei miei figli ‒ diventa occasione di incontro e di relazione. Tra le varie cose ricordo una serata speciale in cui siamo andati io e mio figlio Lorenzo con lui a teatro a vedere un allestimento particolare del Macbeth. Era la prima volta che Oumarou entrava in una sala teatrale e lo stupore con cui si era gustato lo spettacolo insegna a me e a tutti quanto potremmo apprendere dalla cultura e dai classici. Anche la cultura può fare tantissimo nel percorso di integrazione delle persone. A scuola parte un appello per aiutare Oumarou a mantenersi lo studio. Ne nasce una raccolta fondi ma soprattutto la disponibilità da parte di un genitore a valutare l’assunzione nella sua azienda.
Nell’estate 2015 Oumarou supera brillantemente l’esame di maturità linguistica. Pochi giorni di vacanza e inizia a lavorare con un tirocinio. Alla fine del tirocinio l’azienda lo assume. Non ha tolto il posto a nessuno; ha dimostrato che il merito e la motivazione possono essere premiati.
Oumarou era arrivato in Italia con due desideri forti. Il desiderio di fare il ricongiungimento con la mamma gravemente ammalata. Con il suo lavoro Oumarou riesce anche a pagarle il viaggio e il trasferimento in Kenya per ottenere il visto e la partenza. La mamma però non ce la fa e muore prima di arrivare in Italia. Il dolore per la morte della mamma è un trauma fortissimo per Oumarou. La possibilità del ricongiungimento lo aveva spinto in tutti quei mesi a fare ciò che non sembrava possibile.
Resta il desiderio di fare l’Università e di iscriversi a Legge perché nel mondo c’è bisogno di tutelare i diritti di tutti e il Cameroun avrebbe bisogno di buoni avvocati e magistrati. Però intanto Oumarou lavora e gira le scuole e i gruppi a raccontare la sua storia ma soprattutto la sua tenacia e la voglia di vita.