Il XIII Rapporto “Piccoli schiavi invisibili” di Save the Children, pubblicato nei giorni scorsi, riguarda, come i precedenti, la tratta e lo sfruttamento di persone, di cui possono essere vittime sia adulti che minori.
La prima sezione del Rapporto fornisce una sintesi dei recenti sviluppi relativi ai contesti della tratta e dello sfruttamento, a livello internazionale, europeo e nazionale. La seconda parte è invece dedicata a un approfondimento sulle condizioni drammatiche di vita in cui si trovano i minori e le loro famiglie vittime dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo. L’approfondimento riguarda, in particolare, le province di Latina e Ragusa, dove insistono due dei mercati ortofrutticoli più importanti del Paese, il MOF-Centro Agroalimentare all’Ingrosso di Fondi, in provincia di Latina, e l’Ortomercato di Vittoria, nella Fascia Trasformata di Ragusa. La ricerca e le interviste svolte con interlocutori chiave che hanno evidenziato la presenza di numerose criticità che impediscono ai minori e alle loro famiglie di godere pienamente dei diritti fondamentali.
La tratta e il grave sfruttamento, lavorativo o di altro tipo, si nutrono dello stato di bisogno degli individui con meno risorse sociali ed economiche. Il Rapporto mira a far comprendere il nesso tra tratta, grave sfruttamento e infanzia negata. In contesti rurali spesso privi di servizi di prima necessità, i bambini e le bambine rischiano infatti di vedersi negato il diritto allo studio, oltre che quello alla salute. L’impossibilità di accedere a servizi sanitari, educativi, anagrafici e di trasporto pubblico, problema su cui anche le istituzioni competenti hanno iniziato a ragionare, impatta negativamente sulla tutela dei diritti dei minori, accentuandone la condizione di invisibilità e marginalità e il rischio di divenire essi stessi vittime di sfruttamento. Come ricordato nel VI Rapporto agromafie e caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto della CGIL, nel corso del 2021 le stime dell’Istat hanno contato circa 230 mila occupati impiegati irregolarmente nel settore primario (oltre un quarto del totale degli occupati del settore), inclusa una fetta consistente di stranieri non residenti impiegati in agricoltura. Si stima che siano circa 55.000 le donne che lavorano in questa situazione. L’Osservatorio ha anche mappato il numero di vicende giudiziarie aperte per sfruttamento lavorativo: nel quinquennio 2017-2021, su un totale di 438 casi, ben 212 (oltre il 48%) hanno riguardato il settore primario. Le inchieste sull’agricoltura sono prevalentemente incardinate presso le Procure del Sud Italia: tra il 2019 e il 2021 sono poco più della metà di tutte quelle che coinvolgono lavoratori agricoli (31 su 55 per il 2019; 24 su 51 per il 2020; 28 su 49 per il 2021).
La ricerca sul campo è stata svolta adottando il metodo del reportage giornalistico, che ha consentito di dare voce alle esperienze dirette sia dei rappresentanti delle istituzioni che degli esponenti della società civile, quali sindacati, enti religiosi, cooperative sociali, pediatri, medici di base, insegnanti, giornalisti e tanti altri. L’ indagine non ha però dimenticato i veri protagonisti di questa storia, ovvero tutti quei minori che, insieme ai loro genitori, sono vittime del fenomeno dello sfruttamento nelle sue molteplici sfumature. Attraverso le loro storie di vita, è stata fotografata una realtà di privazioni, sofferenze, rabbia, difficoltà relazionali e isolamento sociale. Una realtà in cui è normale per una ragazza abbandonare la scuola ed essere costretta a lavorare per esigenze familiari e per un bambino cucinarsi pranzo e cena da solo perché “non c’è nessun altro che può farlo per lui”, o ancora vedere il proprio papà “morire di lavoro”.
Qui il link al testo integrale del Rapporto: https://s3.savethechildren.it/pubblicazioni/piccoli-schiavi-invisibili-2023.pdf