Rapporto Italia 2023

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Il “Rapporto Italia 2023” dell’Eurispes offre, come sempre, un’interessante fotografia della situazione del Paese e della sua percezione da parte dei cittadini. Di seguito alcuni flash.

Il 53,8% dei cittadini indica che l’andamento della economica del Paese nel corso dell’ultimo anno è peggiorato. La pandemia ha portato pessimismo: fino al 2020 prevaleva infatti l’opinione secondo cui la situazione fosse sostanzialmente stabile. Poco ottimismo anche se si pensa al futuro economico dell’Italia nei prossimi 12 mesi, pure se molti sperano nella stabilità: secondo il 31,2% degli italiani la situazione resterà stabile, mentre per circa il 30% peggiorerà, solo per l’8,5% ci sarà un miglioramento e ben il 30,2% non sa o non risponde. Nonostante la percezione di un peggioramento della situazione economica del Paese, il 42% dei cittadini afferma che la propria situazione economica personale/familiare negli ultimi 12 mesi è rimasta stabile.

La spesa che più spesso mette in difficoltà le famiglie è il pagamento del canone d’affitto (48,4%), seguita dalle bollette e utenze (37,9%; +3,5% rispetto al 2022) e dalla rata del mutuo (37,5%), mentre tre italiani su dieci hanno difficoltà a pagare le spese mediche (30,1%; +5,6%). Sul fronte del risparmio solo circa un italiano su quattro afferma di riuscire a risparmiare (24,6%) e il 38,9% delle famiglie è costretta ad utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese. Nelle difficoltà economiche la famiglia d’origine funziona ancora da ammortizzatore sociale (36,8%). Cresce il ricorso alla rateizzazione dei pagamenti per affrontare l’acquisto di nuovi beni (45,8%), il 16,3% ha scelto piattaforme on line che offrono servizi finanziari senza interessi (ad es. Klarna, Scalapay, ecc.). Il bisogno di risparmiare ha invece spinto il 29,5% degli italiani a pagare in nero alcuni servizi come ripetizioni, riparazioni, baby sitter, medici, pulizie, ecc., il 28,6% ha dovuto rinunciare alla baby sitter e il 28% al/alla badante.

Il 17,4% dei cittadini intervistati ha avuto bisogno di ricorrere a prestiti bancari o a finanziarie negli ultimi 3 anni soprattutto per l’acquisto della casa (37,4%) e dell’auto/moto (36,3%). Solo il 22,8% pensa di poter risparmiare nei prossimi 12 mesi.

La maggioranza degli italiani (75,1%), nel corso dell’ultimo anno, ha visto aumentare i prezzi. Gli aumenti più significativi si riscontrano per le bollette, i generi alimentari e la benzina (con oltre il 90% delle indicazioni). Nell’ultimo anno sono state ridotte le spese per i regali (69,6%); acquistati più prodotti in saldo (64,6%), vestiti in punti vendita più economici (61%), prodotti alimentari nei discount (56,2%); molti hanno cambiato marca di un prodotto alimentare se più conveniente (64%).

Il 60,5% degli italiani rinuncia più spesso ai pasti fuori casa, mentre il 58,6% ha ridotto le spese per viaggi e vacanze e il 57,2% quelle per il tempo libero. Inoltre il 77,8% ha limitato le uscite fuori casa; circa il 70% ha preferito film in streaming, in dvd o su piattaforma al posto del cinema, mentre il 66,5% frequenta meno eventi culturali quali concerti, mostre e spettacoli teatrali. Il 63,6% guarda le partite in Tv anziché andare allo stadio, e il 61% ha sostituito le uscite in pizzeria o al ristorante con le cene a casa con gli amici. Il 56,7% si porta il pranzo in ufficio o all’università da casa per ridurre le spese, mentre altri più spesso vanno a pranzo o a cena da genitori o parenti (45,5%). Per far quadrare i conti nell’ultimo anno più spesso si è rinunciato all’acquisto di una nuova auto (43,4%). Per far fronte al caro bollette, il 65% degli interpellati utilizza lampadine a basso consumo energetico, il 62,9% utilizza meno il riscaldamento casalingo, il 55,1% mette in funzione la lavatrice nei fine settimana o di sera. Più della metà degli italiani evita di tenere in standby gli elettrodomestici (54,4%) e di consumare il meno possibile l’acqua calda (51,9%). Ordinare la cena o altri pasti a domicilio è ormai un’abitudine diffusa (55,5%; +10,9 rispetto al 2022).

Carichi troppo pesanti di lavoro (44,3%) e mancanza di tempo per se stessi (39,2%) sono i disagi più diffusi tra i lavoratori. Seguono: rapporti conflittuali con i superiori (34,9%), difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia (34,3%), negli spostamenti casa-lavoro (33,6%), assenza di stimoli professionali (31,2%); mentre circa il 30% lamenta rapporti conflittuali con i colleghi oppure malessere psicofisico associato al lavoro. Il 27,4% soffre l’insicurezza del posto di lavoro, il 26,2% ritiene che i propri diritti siano scarsamente tutelati e circa il 26% è preoccupato dalla precarietà del contratto; quasi un quarto (23,6%) sperimenta l’irregolarità nei pagamenti. Nell’ultimo anno alcuni hanno svolto un doppio lavoro (32,9%), hanno lavorato senza contratto (20,1%), hanno svolto un lavoro meno qualificato rispetto alle proprie competenze (23,6%) o un lavoro notturno (15%). Ben il 35,6% ha lavorato da casa.

Il 51,9% degli italiani vuole l’elezione diretta del Presidente del Consiglio e caldeggia l’autonomia delle Regioni (56,1%). Per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica si dicono favorevoli poco meno della metà degli italiani (48,3%). Il giudizio sulle grandi questioni aperte negli affari interni ed esteri del Paese fa emergere un diffuso scetticismo. In media, ad indicare un giudizio positivo sulle tematiche sottoposte è un terzo del campione.

Secondo i dati raccolti, il Presidente della Repubblica raccoglie la fiducia espressa dalla maggior parte dei cittadini (52,2%). L’attuale Governo raccoglie un terzo (34,3%) dei fiduciosi. La Magistratura è al 41% dei consensi, il Parlamento al 30%, i Presidenti di Regione al 34,8%. Si dicono fiduciosi nella Guardia di Finanza il 55% circa dei cittadini, il 52,8% ha fiducia nella Polizia di Stato, il 52,7% nell’Arma dei Carabinieri. Oltre sei cittadini su 10 accordano la propria fiducia al nostro Esercito (64,3%), all’Aeronautica Militare (64%) e alla Marina Militare (67,5%). Sempre nell’àmbito della Difesa, la Guardia Costiera raccoglie il 65,1% dei consensi. I Vigili del Fuoco arrivano al 77,8% dei consensi. La Polizia penitenziaria è al 53,4% e la Polizia locale al 53,2%. Per quanto riguarda i nostri servizi di Intelligence la fiducia si attesta al 55,5%. Tra le altre realtà istituzionali considerate si registrano i seguenti risultati: Scuola, 62,4%; Protezione civile, 69,9%; Sistema sanitario nazionale, 55,8%; Università, 64,9%; Volontariato, 60,6%; Chiesa 50,4%. Su dati inferiori si posizionano: Sindacati, 43,1%; altre Confessioni religiose, 38%; Associazioni dei consumatori, 46%; Pubblica amministrazione, 39,6%; Associazioni che rappresentano gli imprenditori, 39%; Partiti, 32,5%.

La maggioranza degli italiani (72,6%) ritiene che la presenza delle donne in politica non sia adeguata, dal punto di vista quantitativo e/o qualitativo: il 36% dichiara in particolare che le donne sono troppo poche e che raramente ricoprono ruoli chiave, mentre il 36,6% ritiene il numero di donne adeguato, ma rileva che raramente riescono a raggiungere ruoli di alto profilo. Solo il 21,2%, ritiene invece la presenza delle donne adeguata sia per numero che per ruolo e appena il 6,2% la reputa eccessiva a livello istituzionale. Le “quote rosa” non sono la risposta al gap gender per il 30,9% dei cittadini poiché le pari opportunità si creano solo realizzando le condizioni che possano garantire alle donne un’effettiva partecipazione alla vita pubblica, mentre il 19,5% ha motivato invece la propria contrarietà con la necessità che le donne debbano conquistare le cariche pubbliche al pari degli uomini. Per il 36% invece le quote rose sono l’unico modo per garantire la presenza delle donne in politica. Il 36,7% degli italiani ritiene che politiche più efficaci di sostegno alla famiglia e alla maternità potrebbero giovare e incoraggiare l’impegno politico delle donne, mentre per il 25,7% serve una migliore ripartizione delle responsabilità familiari tra i due sessi e per il 24,6% occorre ricorrere a quote riservate alle donne, stabilite per legge. Infine, non manca chi, il 12,9%, non ritiene necessari particolari interventi poiché le donne sono già sufficientemente rappresentate.

Dall’indagine sui temi etici emerge che il 67,9% degli italiani è favorevole all’eutanasia (-7% rispetto al 2022), il 68,8% sostiene il testamento biologico (erano il 69,3% lo scorso anno). Rispetto alla possibilità di ricorrere al suicidio assistito gli italiani a favore rappresentano il 50% (erano il 41,9% nel 2022; 42,4% nel 2021; 45,4% nel 2020 e soltanto il 39,4% nel 2019).

La tutela giuridica alle coppie di fatto indipendentemente dal sesso vede favorevole il 64,1% degli italiani, mentre la possibilità di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso raccoglie il 59,2% delle indicazioni favorevoli e la tutela giuridica delle coppie di fatto trova d’accordo il 64,1% dei cittadini.

I Social network più utilizzati sono WhatsApp (73,9%), Facebook (67,5%), Telegram (34,4%) e Twitter (25,9%). Per quanto riguarda, invece, le piattaforme di condivisione multimediale, il primato è di YouTube (59,2%), seguito da Instagram (46,8%) e TikTok (26,5%). Il 23,2% degli italiani riferisce di usare Linkedin, un social molto legato alla professione e al lavoro. Il 34,8% degli italiani concorda sul fatto che i ragazzi debbano ricevere uno smartphone il più tardi possibile.

Il 21,3% degli italiani afferma di partecipare a giochi con vincita in denaro, mentre il 78,7% dichiara di non farlo mai. In dettaglio: il 12% gioca solo dal vivo, il 4,2% solo online, il 5,1% in entrambi i modi. Il gioco con vincita in denaro complessivamente più popolare in Italia è il Gratta e vinci: solo il 15,3% non ci gioca mai.

Un terzo degli italiani accoglie in casa un animale. Il trend è in discesa. Nel 2023, secondo i dati rilevati dell’Eurispes, il numero di italiani che dichiarano di possedere un animale domestico è del 32,7% (-5% rispetto al 2022). Gli animali preferiti dagli italiani restano i cani (42%) e i gatti (34,4%).

La sintesi del Rapporto è disponibile al link https://eurispes.eu/wp-content/uploads/2023/05/sintesi-rapporto-italia-2023.pdf
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l Rapporto in versione integrale è fruibile, previa iscrizione al sito, al link https://eurispes.eu/ricerca-rapporto/rapporto-italia-2023/

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