Memoria mediterranea

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Mem.Med (Memoria Mediterranea) è un progetto operativo nato per supportare le famiglie delle persone migranti scomparse nel Mediterraneo che ricercano i e le familiari scomparse. Unendo le competenze di diverse associazioni e combinando i profili professionali eterogenei dei e delle componenti del progetto, Mem.Med si propone di: – fornire supporto legale, facilitando l’accesso alle procedure di ricerca, identificazione e rimpatrio delle salme; – fornire supporto psicosociale e accompagnamento delle famiglie nelle procedure di ricerca; – svolgere attività di advocacy, denuncia, sensibilizzazione, documentazione e memoria attiva.

Politiche di deterrenza e blocco delle migrazioni hanno causato, nel corso degli anni, la morte e la scomparsa di migliaia di persone. In particolare, le politiche di esternalizzazione delle frontiere nell’area nordafricana hanno avuto l’effetto di aggravare la situazione delle persone transitanti e di aumentare la violenza confinaria
in mare e in terra attraverso respingimenti illegali e violenze letali che ledono diritti fondamentali sanciti e riconosciuti internazionalmente: «una gestione emergenziale delle migrazioni, la normalizzazione della morte in frontiera e la riduzione dei e delle missing migrants a dati quantitativi dimostrano inoltre un’indifferenza rispetto al significato di queste morti e alla necessità di denunciarle e di raccontarle». Mem.Med svolge in tal senso attività di ricerca e monitoraggio – anche all’interno di reti internazionali – per testimoniare e denunciare i crimini che colpiscono le persone in movimento.

Pertanto, il progetto Mem.Med ha la missione di «colmare il vuoto normativo e procedurale, e sopperire alle mancanze istituzionali nelle pratiche di ricerca dei familiari dispersi in mare, nell’identificazione dei corpi ed
eventualmente, nel rimpatrio delle salme nei Paesi di origine. Ad oggi non esistono pratiche sistemiche per la buona riuscita di questo tipo di procedure». Le attività di Mem.Med nascono a partire «da gravi inadempienze a livello nazionale e internazionale» che determinano lo svilupparsi di carenze strutturali. Per sopperire a tali lacune, per quanto concerne il supporto legale «Mem.Med ha elaborato un questionario multilingue online – disponibile in inglese, francese, arabo e italiano – tramite cui raccogliere le informazioni preliminari per avviare la ricerca». Per mezzo di tale strumento, pertanto, è possibile avere a disposizioni dati di fondamentale importanza, custoditi con il massimo rigore per il rispetto della privacy, con cui «le operatrici socio-legali verificano le informazioni raccolte confrontandosi con autorità, associazioni locali, ONG, attivistə, ricercatorə, stampa e giornali, così da raccogliere un dossier completo, utile a ricostruire la vicenda del naufragio nella sua interezza».

Durante l’intero percorso di tracciamento e identificazione, eventuale rimpatrio delle salme, di ritrovamento di corpi e di attribuzione di una identità alle stesse, così come di ricerca di persone attualmente scomparse occorre considerare che «la morte o la scomparsa di una persona cara legata alle migrazioni è un’esperienza psicologica estremamente dolorosa e ardua da elaborare per chi rimane, e richiede il ricorso a un vasto insieme di risorse personali, sociali, culturali e spirituali per essere affrontata». Pertanto, Mem.Med propone «percorsi di supporto psicosociale alle persone familiari che sono coinvolte in queste tragiche esperienze», con l’ausilio di personale qualificato, nelle forme di supporti individuali o gruppali, per mezzo di gruppi di auto-mutuo aiuto.

Di tutto ciò dà atto La mer(e) Méditerranée, primo rapporto su tali attività svolte nel corso del 2022-2023, che contiene anche le storie di alcune delle persone rimaste vittime della frontiera del Mediterraneo. «Uno degli obiettivi di Mem.Med è quello di costruire, insieme alle madri, ai padri, ai fratelli e alle sorelle di queste persone, un racconto di quanto accade alla frontiera», per narrare dal basso una contro-storia delle politiche migratorie e della funzione delle frontiere. Mem.Med intende di restituire centralità ai e alle protagonistə di questa storia: alle persone disperse o morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo e ai loro familiari, alle vittime della brutalità delle politiche di frontiera, perché «lottare contro la violenza di queste politiche significa prima di tutto fare della memoria un atto di rivendicazione politica per non permettere che queste esistenze e queste violenze siano dimenticate mai». Per questo, il progetto si propone di contribuire alla costruzione di un archivio documentale e audiovisuale che dia voce alle persone sopravvissute e ai familiari che continuano a cercare i loro cari e a denunciare queste politiche discriminatorie e razziste, perché «la memoria è il motore della richiesta di verità e giustizia». Il report è dedicato a tutte le vittime delle frontiere. Alle persone cui è stato possibile restituire un nome e, soprattutto, a chi giace senza identità e degna sepoltura.

Qui il link al report completo: primo rapporto. Vedi anche il video di presentazione: https://www.youtube.com/watch?v=zn_m0e-CQB8&t=4s.

Gli autori

Mem.Med

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