La pandemia della disuguaglianza

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Il Rapporto di Oxfam sulle disuguaglianze pubblicato nei giorni scorsi mostra, con riferimento al primo anno pandemico, una situazione incontrovertibile: a fronte di un incremento su base annua del 7,4% dello stock globale di ricchezza netta, che si è assestata a 418.300 miliardi di dollari a fine 2020, le disparità patrimoniali nella popolazione adulta si sono ampliate nel 2020 su scala planetaria e nella maggior parte dei Paesi del globo. Su scala globale, combinando le disparità all’interno dei Paesi con le differenze tra i livelli di ricchezza media nei Paesi del mondo, per la prima volta dall’inizio del nuovo millennio tutti gli indici di concentrazione della ricchezza mostrano un aumento su base annua.

All’apice della piramide della ricchezza globale gli ultra high net worth individuals (adulti con poste patrimoniali nette superiori a 50 milioni di dollari alla fine del 2020) hanno visto un balzo del 23,9% su base annua, superando le 215.000 unità, con un incremento di oltre 41.000 unità rispetto alla fine del 2019. Ricorrendo a dati più granulari della Lista Forbes dei miliardari ed estendendo l’analisi fino alla parte conclusiva del 2021, si osserva come il patrimonio netto dei 10 miliardari più ricchi sia più che raddoppiato (+119%), in termini reali, dall’inizio della pandemia, superando il valore aggregato di 1.500 miliardi di dollari, oltre 6 volte lo stock di ricchezza netta del 40% più povero, in termini patrimoniali, dei cittadini adulti di tutto il mondo. A titolo meramente esemplificativo i 10 ultra-miliardari necessiterebbero di 414 anni per spendere le loro fortune al ritmo di 1 milione di dollari al giorno ciascuno. Il surplus patrimoniale, in termini reali, del solo Jeff Bezos nei primi 21 mesi della pandemia (+81,5 miliardi di dollari) equivale al costo completo della vaccinazione (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale.

Complessivamente, il periodo pandemico di rifermento (marzo 2020-novembre 2021) ha registrato un saldo netto positivo nel numero dei miliardari, passati da 2.095 a marzo 2020 a 2.660 nel mese di novembre 2021, con un incremento di 565 unità dall’inizio della pandemia: è apparso in questo periodo un nuovo miliardario ogni 26 ore. La ricchezza netta aggregata dei miliardari è aumentata in 21 mesi di oltre 5.000 miliardi di dollari in termini reali, più della variazione complessiva dello stock patrimoniale dei miliardari Forbes nel periodo 2007-2014.

252 miliardari uomini possedevano a novembre 2021 un patrimonio netto aggregato superiore alla ricchezza posseduta complessivamente dalle donne e dalle ragazze dell’intero continente africano, del Sud America e dell’area dei Caraibi. Con uno sguardo a ritroso sulla distribuzione del surplus di ricchezza netta nel periodo quasi trentennale intercorso tra il 1995 e il 2021 l’1% più ricco, in termini patrimoniali, ha beneficiato del 38% del surplus di ricchezza. Appena il 2,3% del surplus è andato ad appannaggio della metà più povera della popolazione mondiale.

Analoghe considerazioni valgono per la distribuzione del surplus di reddito pro capite globale lordo registrato su un periodo di osservazione ancor più lungo intercorso tra il 1980 e il 2020. In questi quattro decenni l’1% più ricco ha beneficiato di quasi un quarto (23%) del surplus di reddito globale contro il 9% destinato alla metà più povera, in termini reddituali, del pianeta.

Le più recenti stime della Banca Mondiale sulla dinamica della povertà estrema su scala globale proiettano il numero di nuovi poveri da Covid (con capacità reddituale o di consumo giornaliera sotto la soglia di 1.90 dollari) a 97 milioni nel 2021, nonostante una dinamica di recupero rispetto al primo anno pandemico. Si tratta di un aumento della povertà estrema senza precedenti storici. L’outlook del giugno 2021 della Banca Mondiale è soggetto a forte incertezza legata alla possibile evoluzione della pandemia nei Paesi a basso e medio reddito, allo sviluppo di nuove varianti virali, ai ritardi della campagna vaccinale, ai livelli di indebitamento pubblico e all’aumento dei prezzi di generi alimentari. La lieve flessione del tasso di povertà estrema dal 2020 al 2021 (che già prima della pandemia aveva conosciuto periodi di rallentamento) non ha riguardato i Paesi a basso reddito in cui il tasso di povertà è proiettato in aumento di 2,7% nell’anno appena conclusosi (contro una proiezione per il 2021 di +0,2% pre-pandemia). Nella regione dell’Africa subsahariana le proiezioni pre-Covid prospettavano un aumento del tasso di povertà dell’1% nel 2021. Un tasso più che raddoppiato (+2,5%) per effetti avversi della crisi. Con riferimento alla soglia di povertà di 5,50 dollari al giorno monitorata dalla Banca Mondiale, sono 163 milioni i nuovi poveri a causa della pandemia a fine 2021, con l’incidenza stimata per il 2021 passata, nelle proiezioni della Banca, dal 40% pre-pandemia al 42,1% attuale (per un totale di 3,3 miliardi di persone).

Nei Paesi di tutto il mondo, le politiche economiche e la cultura politica e sociale stanno perpetuando la ricchezza e il potere di pochi privilegiati a detrimento della maggioranza dell’umanità e del pianeta. È il sistema economico che strutturalmente produce disuguaglianza, è il modo in cui le nostre economie e società attualmente funzionano. Tale sistema colpisce prevalentemente le persone povere e gli appartenenti a minoranze etniche, impoverendoli ulteriormente e negando loro opportunità. Colpisce in particolar modo le donne, il cui lavoro di cura non retribuito molto spesso colma le carenze dei servizi pubblici e assorbe gli shock delle crisi economiche. Costringe ragazze, minoranze e persone più povere a lasciare la scuola. Distrugge il nostro pianeta. È il virus della disuguaglianza, non solo la pandemia, a devastare così tante vite. Ogni 4 secondi una persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere.

Qui il testo completo del rapporto

Gli autori

Oxfam

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