Domenica 7 ottobre si snoderà ancora una volta, lungo i 24 chilometri che separano Perugia da Assisi, il lungo corteo nonviolento e pacifista ideato e organizzato la prima volta da Aldo Capitini il 24 settembre 1961. È passato, da allora, oltre mezzo secolo e si sono alternate stagioni politiche diverse ed eterogenee. La marcia per la pace e per la solidarietà tra i popoli le ha attraversate tutte diventando, con cadenza diversa (dapprima piuttosto distanziata, nel nuovo millennio quasi annualmente), un appuntamento fisso per i movimenti nonviolenti e internazionalisti, alcuni dei quali hanno dato vita nel 1996 alla Tavola della pace.
Non sono mancate, negli anni, divergenze e polemiche, soprattutto con riferimento alla partecipazione alla marcia di forze politiche dimostratesi incoerenti, nell’attività di governo, con gli obiettivi della stessa. Ma l’iniziativa ha resistito, raccogliendo un numero crescente di adesioni e di partecipanti (arrivati, nel 2001, a 350.000) e, soprattutto, creando mobilitazione, oltre che sul tema generale della pace, sulle diverse questioni volta volta più attuali con essa connesse (a partire dalla questione delle spese militari).
Quest’anno la marcia avrà, nei fatti prima ancora che nelle parole degli organizzatori, una caratterizzazione particolare. In un momento in cui i valori che stanno alla base di una pace giusta e duratura, a cominciare dalla solidarietà e dall’accoglienza, sono quotidianamente sotto attacco, la marcia sarà anche un atto di mobilitazione politica a sostegno di questi valori e contro le politiche che predicano l’intolleranza tra i popoli e le persone.
Questi obiettivi sono richiamati in molte delle adesioni alla marcia. Tra le altre, quella di un cartello di associazioni (Anpi, Arci, Articolo 21, Aoi, Beati i Costruttori di pace, Cgil, Cipsi, Legambiente, Libera, Rete della Pace, Tavola della Pace) di cui proponiamo l’appello:
Le numerose crisi che affliggono le nostre società hanno intaccato le fondamenta della democrazia, riportando alla luce un atteggiamento violento e aggressivo nei confronti di uomini e donne che vivono in condizioni di miseria e in pericolo di vita, accusandoli di essere la causa dei nostri problemi.
La serie di episodi di violenza nei confronti di immigrati, con una evidente connotazione razzista e spesso neofascista, impone una seria e immediata azione di contrasto che parta da una doverosa riflessione: il tessuto sociale impoverito divenuto, giorno dopo giorno, campo fertile per fomentatori di odio e di esclusione sociale.
Si stanno frantumando così i legami di solidarietà e, progressivamente, spostando l’attenzione dalle vere cause e dalle responsabilità dei governi nazionali e delle istituzioni internazionali.
La crisi è di sistema, è universale e la risposta non è più contenibile dentro i propri confini o ristretta a soluzioni parziali. Le interdipendenze tra crisi ambientale, modello di sviluppo, migrazioni forzate, guerre, illegalità, corruzione, corsa al riarmo, razzismo, rigurgiti fascisti e crisi delle democrazie, sono oramai ampiamente documentate.
È necessaria un’azione che coinvolga l’intera Europa, oggi incapace di rispondere al fenomeno delle migrazioni in modo corale, senza permettere agli egoismi dei singoli di prevalere. La solidarietà è premessa indispensabile per la lotta alle disuguaglianze e per la difesa dei diritti.
La società civile, il mondo della cultura, dell’associazionismo, dell’informazione, l’insieme delle istituzioni democratiche sono chiamate a impegnarsi nel contrasto a questa deriva costruendo una nuova strategia di mobilitazione, partendo da una piattaforma unitaria capace di fare sintesi tra le tante sensibilità e diversità che esprime la nostra società e di riaffermare il principio sancito 70 anni fa nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza».
Nel percorso che ci vede coinvolti unitariamente, dopo le mobilitazioni che ci hanno visto impegnati a Catania e Milano, con la precisa volontà di continuare a difendere i valori di solidarietà e umanità, attraverso nuove iniziative, compresa una manifestazione unitaria nazionale, riteniamo che un importante momento di impegno comune sia la partecipazione alla Marcia Perugia-Assisi della pace e della fraternità che si svolgerà domenica 7 ottobre 2018.
In quanto promotori di questa iniziativa siamo impegnati:
- in un coordinamento tra i soggetti che condividono le preoccupazioni e le finalità fin qui presentate;
- a promuovere la più ampia partecipazione alla Marcia Perugia-Assisi del 7 ottobre;
- a organizzare il 15 settembre un’assemblea di coordinamento nell’ambito del Meeting Internazionale Antirazzista di Cecina;
- a creare un osservatorio online contro il razzismo;
- a condividere e diffondere un Manifesto antirazzista che rappresenti le preoccupazioni e le proposte dell’insieme dei soggetti che aderiranno a questo percorso e che servirà da punto di partenza per le prossime campagne e mobilitazioni.