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09/06/2023 di: Filippo Scisciani
Lo storico Carlo Greppi conduce una tenace investigazione sulle tracce della vita di Lorenzo Perrone, il muratore di Fossano che, presente ad Auschwitz come lavoratore volontario, salvò la vita di Primo Levi. Per mesi gli fornì, rischiando la vita, una dose aggiuntiva della misera razione di zuppa ma anche un esempio di forza morale, una testimonianza di residua dignità umana e della possibilità del bene. Di ritorno da quell’inferno le vite parallele e i destini di Lorenzo e Primo si rovesciano nel loro opposto.
Il muratore perderà il gusto di vivere e di costruire lasciandosi di fatto morire perso in una vita randagia e vittima dell’alcool. Primo Levi invece distillerà i veleni di quell’esperienza diventando lo scrittore che conosciamo, edificando la sua grande opera di parole. Ma nulla è semplice come potrebbe apparire: “La storia della mia relazione con Lorenzo è insieme lunga e breve, piana ed enigmatica” scriverà Levi.
È scritto nel Talmud che chi salva una vita salva il mondo intero e nonostante Lorenzo Perrone sembri tenere in scarsa considerazione la propria e sembri fare di tutto per condannarsi all’oblio infine il 7 giugno del 1998 Yad Vashem lo riconoscerà Giusto tra le nazioni.
segnalazione di
Filippo Scisciani
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