Deb Olin Unferth, Capannone n. 8 (Sur, 2021)

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La storia del “rapimento” di centomila galline stipate e stremate in uno di quegli allevamenti intensivi che in America vanno tanto per la maggiore è l’originale e intelligente pretesto per mettere in scena un romanzo corale sui vincoli familiari, i desideri di fuga (non solo degli animali), le costrizioni angosciose che la civiltà impone (non solo agli animali). La Unferth riflette sul desiderio dell’uomo di soverchiare e devastare e compone un romanzo che è al contempo analisi sociologica, politica, ecologica e ambientale. Una ironica e profonda parabola sull’imbarbarimento umano. Saremo costretti ad andarcene – dice uno dei protagonisti – perché nessuno come l’uomo ha una così innata capacità di autodistruzione.

Segnalazione di

Matteo Poletti
Libraio de La Città del Sole
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