Il libro ricostruisce la storia di Andrea Soldi e della sua famiglia, a partire dalla sua morte avvenuta a Torino nel 2015 per un TSO. Impossibile in poche righe restituire l’intensità di pagine che ci mettono a parte di una vicenda così dolorosa ‒ dal ritrovamento di un diario e di lettere mai consegnate ai suoi cari alle testimonianze di chi ha provato in tutti i modi a stargli vicino ‒. La felicità è «sentirsi addosso il gusto di esserci» scrive Andrea nel diario che documenta la sua vita in salita, il corpo a corpo con la malattia e la sensibilità di un’anima invasa dall’amore e dalla meraviglia ma che non sempre trova il modo di esprimersi.
Fermarsi alla commozione e all’indignazione (la vicenda giudiziaria, la mancanza di cure adeguate) non renderebbe giustizia alla storia che Renato e Cristina Soldi, il padre e la sorella di Andrea, hanno voluto regalarci. Allora nell’ultima parte del libro acquistano importanza le parole di Peppe Dell’Acqua, allievo di Franco Basaglia, che a partire da questa vicenda riflette in termini generali su alcuni aspetti legati al sistema di cura: la quantità e la qualità dei trattamenti sanitari obbligatori, il ruolo dei servizi territoriali, la formazione degli operatori e l’importanza dei contesti sociali.
segnalazione di
Filippo Scisciani
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