GKN: un caso esemplare di protagonismo operaio

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Da quasi due anni i dipendenti della GKN di Campi Bisenzio (Firenze) lottano per difendere il loro posto di lavoro.

La fabbrica, che prima apparteneva al gruppo GKN, uno storico marchio della meccanica inglese, e produceva semiassi per il settore automobilistico, venne ceduta nel 2018, insieme a tutto il gruppo, al fondo finanziario Melrose, quotato alla borsa di Londra. Il fondo, nato nel 2003 si è contraddistinto per una serie di operazioni di acquisizione e poi di vendita di gruppi industriali (“buy, improve, sell”), finalizzate a raggiungere alti margini di profitto ed elevatissime remunerazioni per i suoi top manager, al punto da suscitare un notevole scandalo nel Regno Unito. Dal luglio 2021 il nuovo proprietario ha deciso di chiudere lo stabilimento di Campi Bisenzio. Da allora i circa 400 lavoratori GKN hanno presidiato la fabbrica cercando di impedirne lo smantellamento.

Dopo un anno, si è fatto avanti un altro “imprenditore”, tal Francesco Borgomeo, figlio dell’ex segretario confederale della CISL Luca e nipote dello storico direttore di Radio Vaticana, il gesuita padre Pasquale Borgomeo; costui avrebbe acquisito la proprietà del sito produttivo con un importo non noto, ma che, secondo il quotidiano di Confindustria, sarebbe puramente simbolico. La nuova proprietà non ha concretamente fatto nessun passo per riattivare la produzione e neppure per ottenere gli ammortizzatori sociali in attesa della riconversione. Da circa sei mesi, inoltre, i lavoratori GKN non percepiscono alcun reddito. Borgomeo inoltre ha brillato per la sua assenza ai tavoli di confronto con la Regione e i sindacati e ha recentemente nominato liquidatore un professore universitario di economia aziendale a Tor Vergata, Salvatore Sarcone, noto per aver trattato la liquidazione di diverse aziende nel corso della sua lunga attività professionale.

Fin qui la storia della ex GKN non fa che ripercorrere i tristi andamenti ben noti di tante altre aziende, che hanno chiuso i battenti negli ultimi quarant’anni, determinando un forte ridimensionamento del settore industriale italiano. L’aspetto nuovo e diverso sta, invece, nell’atteggiamento e nella mobilitazione dei lavoratori, non solo e non tanto per la loro decisione di presidiare gli impianti e di impedirne lo smantellamento: le macchine presenti nello stabilimento di Campi Bisenzio sono, infatti, in buona parte macchine utensili che rappresentano un valore considerevole. I lavoratori della GKN si sono distinti soprattutto per un livello di protagonismo e di autonomia sicuramente eccezionale: anche nei confronti del loro sindacato – principalmente la FIOM – hanno avuto la capacità di non rilasciare una delega in bianco. Con un impegno politico e umano notevolissimo i lavoratori sono riusciti a costruire attorno alla loro vicenda una rete molto ampia di sostegno e di solidarietà, non solo rispetto al loro territorio, dove hanno raccolto 17.000 adesioni al progetto di riconversione della fabbrica, ma anche a livello nazionale.

L’aspetto più innovativo di questo loro sforzo è stato la capacità di coinvolgere direttamente ricercatori universitari ed esperti solidali (Co.Mu.net-Officine Corsare, Rete Fuori Mercato, Rete italiana Imprese Recuperate, MAG), per costruire insieme a loro il progetto di riconversione industriale, che è stato così favorevolmente accolto dalla popolazione del territorio. Il piano di reindustrializzazione verte, infatti, sulla produzione di pannelli fotovoltaici (in base al brevetto di una start up tedesca), di batterie e di cargo bike a ridotto impatto ecologico, oltre che sul progetto di formare una comunità energetica locale. Secondo questo piano, la GKN si strutturerebbe, perciò, come la prima fabbrica socialmente integrata e sostenibile del nostro Paese. Questa idea di riconversione industriale poggia su due aspetti interessanti: da un lato, l’intenzione di realizzare una “rivoluzione industriosa”, basata sulle capacità progettuali e professionali dei lavoratori, in contrapposizione alla tradizionale “rivoluzione industriale” che da più di due secoli si fonda, all’opposto, sulla riduzione e marginalizzazione della forza lavoro e sull’utilizzo sempre più esclusivo di macchine e automatismi; dall’altro, l’idea di progettare una produzione rivolta alle esigenze del territorio e non proiettata, come è ormai consuetudine, verso la competizione all’interno di un mercato globalizzato.

Ma i lavoratori della GKN hanno fatto anche di più, promuovendo, in base all’articolo 11 dello Statuto dei lavoratori, una società operaia di mutuo soccorso, rivolta agli operai della fabbrica e a tutti quelli che stanno sostenendo la loro lotta; e soprattutto concependo una campagna di crowdfunding, appoggiata da Banca Etica e da ARCI nazionale, che dovrà permettere sia la continuazione della lotta, sia il finanziamento del progetto di riconversione industriale. Ci saranno due fasi di questa campagna di raccolta fondi: la prima, da qui a giugno di quest’anno, servirà per sostenere il reddito dei lavoratori in lotta; la seconda fase di “equity crowdfunding”, invece, avrà inizio dopo l’estate 2023 e si concretizzerà attraverso i piccoli, medi e grandi investimenti di chiunque vorrà sostenere il piano di re-industrializzazione.

Anche gli esperti solidali, oltre a concorrere alla costruzione del progetto di riconversione industriale, hanno fatto di più: un film E tu, come stai? (F. M. Gori, L. E. Gori, 2022), uno spettacolo teatrale Il capitale (2022), un libro Un piano per il futuro della fabbrica di Firenze. Dall’ex GKN alla Fabbrica socialmente integrata (Fondazione Feltrinelli, Milano 2022).

C’è infine un ultimo aspetto di questa lotta che la rende ancora più esemplare: in tutti questi lunghi ed estenuanti mesi di lotta e di organizzazione, i lavoratori della GKN hanno sempre mantenuto i loro piedi saldamente per terra. Sanno benissimo che la probabilità di raggiungere il loro ambizioso obiettivo non è alta e che mille ostacoli si frappongono sul loro cammino; ma sanno anche che essi stanno mostrando una strada nuova a tutti i lavoratori e che la scommessa vale veramente la pena.

Qui il link all’appello in favore dei lavoratori della GNK e per la manifestazione del 25 marzo a Firenze: https://insorgiamo.org/

 

 

 

Gli autori

Riccardo Barbero

Riccardo Barbero ha militato in diverse organizzazioni politiche e sindacali della sinistra. Attualmente pensionato anche dal punto di vista politico. Collabora con i siti workingclass.it e volerelaluna.it

Davide Lovisolo

Davide Lovisolo è stato docente di Fisiologia all'Università di Torino dal 1968 al 2015. Dal 1968 ha militato nei movimenti di base, è stato attivista politico in Avanguardia Operaia e poi in Democrazia Proletaria fino al 1978; dal 1980 al 1991 ha militato nel PCI. È stato uno dei responsabili del movimento per il diritto alla casa a Torino negli anni Settanta, delegato sindacale e esponente del Coordinamento Genitori torinese dal 1992 all'inizio degli anni 2000. Da anni è attivo nella cooperazione sociale.

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