Solidarietà nazionale contro l’autonomia differenziata: Napoli 17 marzo

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Sindaci e cittadini insieme per la solidarietà nazionale contro l’autonomia differenziata nel 162esimo anniversario dell’Unità nazionale: è l’iniziativa promossa dalla Rete dei sindaci Recovery Sud che si svolgerà a Napoli il prossimo 17 marzo.

Nei giorni scorsi i presidenti delle Regioni di centrodestra hanno dato il via libera al disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata, mentre un netto voto contrario è arrivato dalla Campania, dalla Puglia, dall’Emilia-Romagna e dalla Toscana. A frenare l’accelerazione leghista sono stati i Comuni che, in Conferenza unificata, si sono presentati con una posizione unitaria affidata al presidente dell’Anci (https://www.anci.it/wp-content/uploads/autonomia-differenziata-1.pdf). Ma il No! più netto è arrivato da Napoli con l’approvazione di un ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio comunale il 13 febbraio (https://www.comune.napoli.it/flex/files/1/1/b/D.859a5f8d41f65f343139/Mozione___ddl_Autonomia_differenziata.pdf) in cui si sottolinea che:

«un’eccessiva frammentazione di competenze e piccole competizioni locali non aiuta a costruire un Paese competitivo; sarebbe invece opportuna una rivisitazione degli equilibri tra Stato ed enti locali. A maggior ragione perché nella riforma sono completamente dimenticate le città e i Comuni, il cui ruolo va ridisegnato, poiché sono gli enti più vicini ai cittadini e che garantiscono i servizi di prossimità. Esiste, perciò, un problema complessivo sull’equilibrio degli enti locali. Bisognerebbe anzi affrontare con urgenza la riforma dei poteri di città, Comuni e città metropolitane. Sfuggire a questo dovere è antistorico e contro l’interesse dei cittadini. Infatti i poteri dei sindaci sono molto ridotti rispetto alle domande di servizi che vengono dai cittadini. In Francia e Germania, per esempio, i fondi arrivano direttamente agli enti locali, un beneficio per i cittadini, utile a migliorare la qualità della vita individuale e collettiva. E poi c’è un altro rischio: come detto, a erogare i servizi sono le città e i Comuni, ma nel disegno di legge si parla solo di Regioni. Il rischio è che si passi dal centralismo nazionale a uno, ancor peggiore, regionale: venti Stati in uno. Inoltre, Napoli, Roma, Milano e tante altre città sono molto più grandi di alcune regioni. Come si può ragionare senza prima ascoltare? L’obiettivo non è trasferire il potere da una parte all’altra, ma rendere lo Stato più efficiente e garantire stessi diritti a tutti i cittadini. Viceversa, alcune materie non si possono delegare alle regioni: oggi l’istruzione, la ricerca, ancor di più l’energia, devono essere gestire a livello nazionale»

Con quest’ordine del giorno il Consiglio comunale di Napoli impegna la Giunta a chiedere il ritiro del disegno di legge sull’autonomia differenziata e a sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare per la modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione (http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/), che prevede una limitazione alle Regioni nel poter richiedere nuove competenze, con l’introduzione di una clausola di supremazia a tutela dell’unità giuridica ed economica Repubblica.

Dai Comuni – sull’esempio di Napoli – può arrivare un bel segnale di buona politica e speriamo che siano tanti gli enti locali a seguire l’esempio del capoluogo campano e a dire No! formalmente (con mozioni, ordini del giorno eccetera) all’autonomia delle disuguaglianze. D’altra parte non è la prima volta, di questi tempi, che per trovare la buona politica bisogna andare nelle città. Poche ore dopo il drammatico naufragio dei migranti a Cutro, in Calabria, mentre c’era chi brandiva la questione migratoria come arma di propaganda affrontandola ancora una volta come un’emergenza e come un problema di sicurezza, il Consiglio comunale di Isola Capo Rizzuto ha usato queste parole in una lettera inviata al ministro dell’Interno:

«La tragedia che in queste ore è sotto gli occhi di tutti noi impone riflessioni ed azioni concrete. Per uscire dalla crisi e dall’emergenza occorre elevare il livello della discussione: le questioni dei confini territoriali, signor Ministro, non possono prevalere sull’umanità. Così non è mai stato per noi, gente del Sud abituata a condividere il poco che ha, e non dovrà più esserlo anche per l’intero Paese e l’Europa tutta»

(https://www.comune.isoladicaporizzuto.kr.it/it/news/il-consiglio-comunale-scrive-al-ministro-piantedosi-ecco-la-lettera-scritta-il-27-febbraio).

Massimo Villone, aderendo a nome del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale all’iniziativa partenopea del 17 marzo organizzata dalla Rete dei sindaci Recovery Sud, ha fatto riferimento ancora una volta alla proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, chiedendo ai sindaci di dare il proprio contributo nella raccolta di firme.

Gli autori

Giovanni Caprio

Giovanni Caprio, pubblicista, già ricercatore sociale e direttore di istituzioni pubbliche e di fondazioni private, si occupa prevalentemente di governo locale, partecipazione e beni comuni.

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