«La guerra è entrata nella testa degli operatori dei media (di molti di loro, per fortuna non tutti). Ha colonizzato il loro linguaggio. Monopolizzato i loro palinsesti. Occupato il loro stesso immaginario. E semplificato alla velocità della luce la complessità delle situazioni reali, riconducendola all’unico vettore dominante: la “logica delle armi”» (Marco Revelli: https://volerelaluna.it/controcanto/2022/03/23/il-racconto-pubblico-ostaggio-della-guerra/). E non diverso è l’atteggiamento di gran parte della politica. Chi esce dal coro e sostiene le ragioni della pace e della trattativa, sottolineando che le armi – la loro produzione e la loro fornitura – producono solo guerra e morte, viene bollato come traditore della patria, disertore, alleato di Putin. Eppure si deve continuare a ragionare. E la condanna, senza se e senza ma, della guerra scellerata che sta devastando l’Ucraina non deve impedire l’approfondimento delle ragioni della crisi che ha investito da anni quell’area dell’Europa. Non per trovare giustificazioni a un’aggressione che non può averne ma per porre le basi di una trattativa seria e leale. Con noi lo dice, tra gli altri, Bernie Sanders (che non è andato lontano dall’essere il presidente degli Stati Uniti) in una lettera al Guardian che pubblichiamo di seguito.
(la redazione)
Sono estremamente preoccupato quando sento tamburi familiari a Washington, la retorica bellica che viene amplificata prima di ogni guerra e che ci chiede di “mostrare la forza”, di “diventare duri” e di non impegnarci nella “pacificazione”. Il rifiuto semplicistico di riconoscere le complesse radici delle tensioni nella regione ucraina mina la capacità dei negoziatori di raggiungere una soluzione pacifica.
Uno dei fattori che hanno fatto precipitare questa crisi, almeno dal punto di vista della Russia, è la prospettiva di un rafforzamento dei rapporti di sicurezza dell’Ucraina con gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, compresa quella che la Russia vede come una minaccia, e cioè l’adesione dell’Ucraina all’Alleanza del Trattato Nord Atlantico (NATO), un’alleanza militare originariamente creata nel 1949 per affrontare l’Unione Sovietica.
È bello conoscere un po’ di storia. Quando l’Ucraina è diventata indipendente dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, i leader russi hanno chiarito le loro preoccupazioni sulla prospettiva che gli ex stati sovietici entrassero a far parte della NATO e posizionassero forze militari ostili lungo il confine della Russia. I leader statunitensi, all’epoca, hanno riconosciuto queste preoccupazioni come legittime. Sono ancora preoccupazioni legittime. L’invasione della Russia non è una risposta; né lo è l’intransigenza della Nato. È anche importante considerare che la Finlandia, uno dei paesi più sviluppati e democratici del mondo, confina con la Russia e ha scelto di non essere membro della NATO.
Putin può essere un bugiardo e un demagogo, ma è ipocrita che gli Stati Uniti insistano sul fatto di non accettare il principio delle “sfere di influenza”. Negli ultimi 200 anni il nostro Paese ha operato secondo la dottrina Monroe, abbracciando la premessa che, in quanto potenza dominante nell’emisfero occidentale, gli Stati Uniti hanno il diritto di intervenire contro qualsiasi Paese che possa minacciare i nostri presunti interessi. In conformità con questa dottrina abbiamo minato e rovesciato almeno una dozzina di governi. Nel 1962 arrivammo sull’orlo di una guerra nucleare con l’Unione Sovietica in risposta al posizionamento, a Cuba, a 90 miglia dalla nostra costa, di missili sovietici che l’amministrazione Kennedy considerava una minaccia inaccettabile per la nostra sicurezza nazionale. E la dottrina Monroe non è storia antica. Di recente, nel 2018, il segretario di Stato di Donald Trump, Rex Tillerson, ha definito la dottrina Monroe «tanto rilevante oggi come lo era il giorno in cui è stata scritta». Nel 2019, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, John Bolton, ha dichiarato che «la dottrina Monroe è viva e vegeta».
Per dirla semplicemente, anche se non fosse governata da un leader autoritario e corrotto come Vladimir Putin, la Russia, come gli Stati Uniti, avrebbe comunque interesse per le politiche di sicurezza dei suoi vicini. Qualcuno crede davvero che gli Stati Uniti non avrebbero qualcosa da dire se, ad esempio, il Messico dovesse concludere un’alleanza militare con un avversario degli Stati Uniti?
Condivido fino all’ultima virgola, Sanders spiega una realtà evidente a chiunque voglia vederla e di ciò va ringraziato.
Analisi perfetta. Quanto dice Sanders ci fa capire quale errore abbiano commesso i dem statunitensi nel candidare Biden e non Sanders.
Secondo me c’è un errore nel testo: la frase “il rifiuto semplicistico di riconoscere le complesse…” dovrebbe essere “il rifiuto semplicistico di NON riconoscere le complesse…”
No, non c’è l’errore. Se fosse scritto:” il rifiuto semplicistico di NON riconoscere le complesse…” il significato sarebbe accettare di riconoscere, proprio ciò che, invece, Sanders lamenta che non accade. Questo perché sotto il profilo logico-linguistico due negazioni (quella insita nel verbo rifutare e l’avverbio di negazione NON) comportano una affermazione.
i personalismi non mi sono mai piaciuti, “la guerra di putin”.
putin rappresenta la russia, non se stesso. é stato eletto 20 anni di fila con % di consenso altissimo (molto piu dei vari Biden, Trump e tutti gli altri presidenti negli stessi 20 anni).
la Russia doveva attendere che la Ucraina diventasse una base missilistica nato? dai confini ucraini un missile in pochi MINUTI raggiunge Mosca.
un tale rischio, anche se teorico, nessuno in Russia lo tollera. troppe volte nella storia é stata invasa da ovest : la Germania che uccise 20 MILIONI di sovietici solo per le sue ambizioni espansionistiche adesso fa la morale alla Russia per qualche migliaia di morti. troppi, certo.
Le cose sono piu complesse di come appaiono in superficie.
Gli USA da anni perdono punti: la Cina emerge a una velocita impressionante e alza la voce. Hanno tirato il guinzaglio al cane europa che si era avvicinato troppo alla Russia, dipendente dalle sue crocchette (il gas) e si allontanava dagli USA.
La Russia da 30 anni ha subito la silente invasione verso est della NAto.
La stessa UCraina per molti anni inviava militari e carriarmati nel Donbass, a proposito di stato democratico.
E’partita una guerra di “civilta e democrazia”, sottinteso noi superiori anche moralemente. ricordano le nostre crociate, le colonie (per civilizzare i selvaggi) , e gli ariani (superiori anch essi, volevano ripulire il mondo).
Le lancette della storia tornano indietro