La pandemia e i muri

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Nel giorno in cui l’Europa ha vietato i voli da e per Maputo, il Mozambico aveva registrato cinque nuovi casi di infezione, zero ricoveri e zero decessi per Covid 19. In altri Paesi dell’Africa meridionale la situazione era simile. Al contrario, la maggior parte dei Paesi europei stava affrontando una drammatica ondata di nuove infezioni.

Scienziati sudafricani sono stati in grado di rilevare e sequenziare una nuova variante di SARS Cov 2. Immediatamente, hanno diffuso in modo trasparente i dati della loro scoperta. Invece di ricevere un applauso, il paese è stato punito. Insieme al Sudafrica, anche i Paesi vicini sono stati penalizzati. Invece di offrirsi di lavorare insieme agli africani, i Governi europei hanno voltato le spalle e si sono chiusi nei propri affari.

Non si chiudono frontiere, si chiudono persone. Si chiudono le economie, le società, le vie del progresso. La penalizzazione a cui siamo ora soggetti aggraverà il terribile impoverimento a cui sono sottoposti i cittadini di questi Paesi a causa dell’isolamento imposto dalla pandemia.

Ancora una volta, la scienza è stata tenuta in ostaggio dalla politica. Ancora una volta, la paura ha offuscato la ragione. Ancora una volta ha prevalso l’egoismo. La mancanza di solidarietà era già presente (e naturalmente accettata) nella sconvolgente disuguaglianza nella distribuzione dei vaccini. Mentre l’Europa sta discutendo la quarta e la quinta dose, la stragrande maggioranza degli africani non ha beneficiato di una singola dose. Paesi africani come il Botswana, che hanno pagato i vaccini, hanno scoperto, con stupore, che questi vaccini sono stati dirottati verso le nazioni più ricche.

Il continente europeo che si proclama la culla della scienza ha dimenticato i principi scientifici più basilari. Senza alcuna prova dell’origine geografica di questa variante e nessuna prova della sua reale gravità, i governi europei hanno imposto restrizioni immediate alla circolazione delle persone. I governi hanno fatto la cosa più semplice e meno efficace: hanno eretto muri per creare una falsa illusione di protezione.

Era prevedibile che nuove varianti sarebbero apparse dentro e fuori le mura erette dall’Europa. Ma non c’è né dentro né fuori. I virus sono soggetti a mutazioni senza distinzione geografica. Ci possono essere due sentimenti di giustizia. Ma non ci sono due pandemie.

I paesi africani sono stati ancora una volta discriminati. Le implicazioni economiche e sociali di queste recenti misure sono facili da immaginare. Ma l’Africa australe è lontana, troppo lontana. Non è più solo una questione di mancanza di solidarietà. Si tratta di agire contro la scienza e contro l’umanità.

L’articolo, pubblicato sul giornale portoghese Hora do Povo e tradotto in italiano da Laura Burraco
è ripreso dal sito Comune-info, con cui è in atto un accordo di collaborazione

Gli autori

Mia Couto

Mia Couto è uno scrittore e biologo mozambicano, autore di poesie, romanzi e racconti in lingua portoghese

José Eduardo Agualusa

José Eduardo Agualusa è uno scritto angolano. Laureato in agronomia a Lisbona, collabora con il giornale portoghese Público

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3 Comments on “La pandemia e i muri”

  1. Che vergogna facciamo proprio schifo ,noi europei ,ma anche le economie iperfinanziarie !

  2. Solidarietà ai paesi africani e vergogna per le misure adottate.
    Del resto la cd. variante africana è uno dei motivi del rafforzamento delle limitazioni da Super Green Pass.
    Con il pretesto della scienza e sulla base di affermazioni contraddittorie e pressapochiste vengono sospese le libertà fondamentali arrivando a togliere alle persone il lavoro e i mezzi di sostentamento.
    Hanno bloccato le manifestazioni perché gli assembramenti sono pericolosi. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché sabato scorso piazza del Duomo a Milano era gremita di gente che attendeva l’accensione dell’albero di Natale!

  3. Da profano in materia mi sono posto una domanda di carattere puramemte tecnico.
    Ma perchè la mancanza di posti letto di terapia intensiva dovrebbe impedire a un malato oncologico si ricevere cure ed eventualmente di sottoporsi a un intervento chirurgico e al chiturgo di effettuarlo ? Che è stato ed è ancora adesso uno dei ricatti morali per colpevolizzare chi non si è voluto vaccinare. Non mi risulta che i malati oncologici dopo aver subito un intervento finiscano in terapia intensiva e che i chirurgici oncologici siano in prima linea nei reparti di terapia instensiva. O mi sbaglio ?
    Posso capire che chi debba subire un trapianto debba poi essere trasferito in un reparto di terapia intensiva. Ma non un malato oncologico chi si deve operare
    .
    E la domanda a monte è perchè già a partire dall’estate del 2020 quando la pandemia ci ha concesso una prima tregua non si è fatto niente per aumentare i posti letto in terapia intensiva ? E per potenziare i mezzi pubblici e installare gli impianti di areazione nelle scuole ?

    Come mai il SUPER GREEN PASS serve per consumare al tavolino di un bar al chiuso ma non serve per andare negli alberghi dove famiglie intere soggiornano, mangiano, si lavano e dove il personale dell’albergo che si occupa della pulizia delle stanze è sempre lo stesso che si sposta da una stanza all’altra ?

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