Un rettore può ancora essere antifascista?

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Un attacco forsennato e scomposto si sta abbattendo in queste ore su Tomaso Montanari per mano delle tante destre, più o meno ripulite, che popolano il nostro Paese. La sua colpa? Aver denunciato, in un articolo sul Fatto quotidiano del 23 agosto e il giorno successivo su questo sito (https://volerelaluna.it/commenti/2021/08/24/neofascismo-e-revisionismo-di-stato-e-tempo-di-reagire/), il montante clima di revisionismo di matrice neofascista che, in spregio alla Costituzione repubblicana, sta facendo venir meno, una a una, le fondamenta resistenziali dell’Italia nata dalla lotta contro il nazifascismo.

Il continuum è impressionante. Il caso Duringon – il sottosegretario leghista che vorrebbe rinverdire le radici fasciste di Latina celebrandone il legame con la famiglia del duce – era, fino a ieri, l’ultimo. Oggi è già sopravvenuto lo scandalo del deputato di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, invitato alla festa nazionale del Partito democratico nonostante i suoi trascorsi fotografici in divisa da nazista. E sul domani incombe la minaccia di una postfascista a Palazzo Chigi.

Se, poi, volgiamo lo sguardo all’indietro, ecco dipanarsi un elenco lunghissimo: un vero e proprio stillicidio volto alla progressiva normalizzazione del fascismo, che giustamente Montanari fa risalire alla perniciosa retorica sui «ragazzi di Salò» e alla menzogna assolutoria per la quale «i morti sono tutti uguali».

La cosa che più di tutte ha scatenato l’isterismo contro Montanari è stata la sua motivata critica all’uso politico delle foibe, sfociato nell’istituzione della giornata del ricordo: non, dunque, la negazione delle foibe, ma la critica all’utilizzo di parte che ne viene fatto. Come se la storia fosse suscettibile di essere (ri)scritta per legge a sostegno delle proprie tesi (e dimenticando che la sovranità popolare, espressa nelle leggi, incontra i limiti di forma e di sostanza sanciti dalla Costituzione), a nulla rileva che Montanari abbia appoggiato i propri rilievi alla più seria storiografia sull’occupazione italiana dell’Istria e dei territori limitrofi, che abbia citato le esatte parole rivolte, su il manifesto dallo storico Angelo d’Orsi al Presidente della Repubblica, che abbia richiamato i lavori del compianto Angelo Del Boca, uno studioso che ha dedicato la vita a smascherare le balle dei colonialisti, dei fascisti e dei loro epigoni.

Come ha mirabilmente argomentato Eric Gobetti, da sempre «E allora le foibe?» è stato il mantra antiresistenziale sventolato dai fascisti a propria difesa, come se vicende diversissime per responsabilità e gravità potessero tra loro elidersi, e, soprattutto, come se fosse possibile costruire, sui tragici e circoscritti episodi verificatisi in fasi storiche convulse e violente, un ricamo di interpretazioni strumentali, esagerate e, a tratti, fantasiose. La tragedia denunciata da Montanari è che questa narrazione faziosa è diventata la narrazione ufficiale della Repubblica italiana, per responsabilità della ben nota tendenza del centrosinistra ad assecondare le peggiori pulsioni delle destre, illudendosi di poterle così placare, mentre invece finisce sempre per legittimarle e ulteriormente alimentarle.

Proprio facendosi scudo delle foibe, quelle stesse destre reclamano oggi le dimissioni di Tomaso Montanari dalla carica di Rettore dell’Università per stranieri di Siena o la sua destituzione da parte del ministro dell’Università. Così facendo svelano ancora una volta il loro essere avulsi dai valori che innervano, nel profondo, la Costituzione democratica e antifascista, a partire dalla libertà di manifestazione del pensiero (art. 21), dalla libertà di ricerca (art. 33, co. 1) e dall’autonomia universitaria (art. 33, co. 6).

Sorprende dover ricordare che l’autorizzazione e la censura della stampa, così come il giuramento di fedeltà al regime e l’epurazione degli studiosi sgraditi, sono stati cancellati una volta per tutte dalla sconfitta del fascismo. Allo stesso modo, non va mai dimenticato che il fascismo non è un’opzione politica alternativa alle altre, di cui si può discutere come si discute di comunismo, socialismo, cristianesimo-sociale, repubblicanesimo o liberalismo: no, il fascismo è un’opzione politica vietata una volta per tutte dalla Costituzione repubblicana. Di più: è un reato, e come tale andrebbe sempre trattato. A cominciare da tutti gli atteggiamenti che, in modo più o meno velato, ne fanno l’apologia.

L’elezione di un aperto antifascista, come Tomaso Montanari, alla carica di Rettore di un ateneo italiano è, alla luce di tutto ciò, un’ottima notizia, che onora l’Università per stranieri di Siena e, indirettamente, l’intera università italiana.

L’articolo, che è pubblicato contemporaneamente su il manifesto, esprime la posizione dell’intera redazione di questo sito e di Volere la Luna. La nostra non è una semplice “solidarietà” a Tomaso Montanari: è condivisione della sua posizione politica, del suo rigore morale, del suo richiamo alla necessità di una mobilitazione contro il fascismo che avanza nella sottovalutazione generale.

Gli autori

Francesco Pallante

Francesco Pallante è professore ordinario di Diritto costituzionale nell’Università di Torino. Tra i suoi temi di ricerca: il fondamento di validità delle costituzioni, il rapporto tra diritti sociali e vincoli finanziari, l’autonomia regionale. In vista del referendum costituzionale del 2016 ha collaborato con Gustavo Zagrebelsky alla scrittura di "Loro diranno, noi diciamo. Vademecum sulle riforme istituzionali" (Laterza 2016). Da ultimo, ha pubblicato "Contro la democrazia diretta" (Einaudi 2020) e "Elogio delle tasse" (Edizioni Gruppo Abele 2021). Collabora con «il manifesto».

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8 Comments on “Un rettore può ancora essere antifascista?”

  1. Condivido pienamente le lucide osservazioni e unisco la mia piena solidarietà al Professor Montanari. Sergio Foà

    1. Condivido il contenuto dell’articolo dichiarando tutto il mio apprezzamento per la ricchezza culturale e la coerenza del Prof. Montanari, al quale faccio i miei complimenti per la nomina a Rettore.
      Franca Antonia Mariani

  2. Piena solidarietà al prof. Montanari e tanta riconoscenza per il suo grande impegno civile, così importante e prezioso per tutti noi, lasciati soli da una classe politica arrogante e indifferente al bene comune

  3. La mia solidarietà al Prof. Montanari che con lucidità e rigore da studioso qual’ è chiude la porta ai nuovi fascisti.
    Anche nel nostro piccolo Comune di Mongrando, di cui sono felice di essere Consigliere, c’è stato un tentativo da parte di F.lli d’Italia di intitolare una via a Norma Cossetto. Respinta al mittente per le stesse ragioni che sostiene il Prof. Montanari.
    Foglizzo Tranquillo

  4. Condivido pienamente quanto mirabilmente sintetizzato nell’articolo ; a partire dalla affermazione “questa narrazione faziosa è diventata la narrazione ufficiale della repubblica italiana, per responsabilità della ben nota tendenza del centrosinistra ad assecondare le peggiori pulsioni delle destre, illudendosi di così poterle placare, mentre invece finisce sempre per legittimarle e ulteriormente alimentarle”.

  5. La mia solidarietà non ha alcuna rilevanza, ma voglio esprimerla unitamente alla grande stima per il Montanari studioso e avvincente divulgatore storico dell’arte.
    Purtroppo si osserva che il valore dato alla Cultura , alla conoscenza e capacità critica si è insterilito in questi decenni , con il pericolo (o la certezza…) di una quasi malattia endemica…

  6. Apprezzo appoggio e stimo da tanti anni Tomaso Montanari, del quale condivido le posizioni. Felicitazioni per la sua nomina, che migiunge nuova e mi rallegra

  7. Grazie Prof. Montanari! E’prezioso il Suo continuo contributo antifascista e democratico in questo paese che , ancora oggi che sono vecchia (anche se sono stata giovane in tempi vivi e vivacemente antifascisti ) non mi dà affidamento. La saluto con un “Ora e sempre Resistenza”.

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