Il ministro dell’interno a tempo perso Matteo Salvini ha dichiarato che non parteciperà alle manifestazioni del 25 aprile perché non è interessato al derby fra comunisti e fascisti. Ritengo che sia utile fornire a lui e a quelli che la pensano come lui qualche informazione utile.
Il 25 aprile è la festa della liberazione dell’Italia dall’invasore tedesco nazista e dalla dittatura fascista sua serva rappresentata in quel momento dal Governo fantoccio di Salò con a capo il criminale di guerra, infame razzista e traditore disonorato Benito Mussolini. Ho voluto calcare la mano con termini vetero iperbolici nel definire Mussolini perché, per quanto retorici, essi corrispondono alla semplice verità fattuale.
Mussolini fu criminale di guerra per il genocidio della Cirenaica, la strage di massa dell’Etiopia (135.000 etiopi civili assassinati con l’iprite), gli stermini e le pulizie etniche in Yugoslavia. Fantoccio dei nazisti, perché lui stesso si definisce così nel carteggio con la Petacci. Infame razzista per le vili leggi razziali a danno di Ebrei, Rom e Sinti che portarono innocenti a morire nelle camere a gas per la sola colpa di essere nati. Traditore disonorato per avere avuto come amante per oltre un ventennio Margherita Sarfatti, intellettuale ebrea (la sorella di Margherita fu assassinata ad Auschwitz col marito grazie alle leggi volute dal duce). Ma non solo, traditore disonorato per avere pugnalato alla schiena i suoi camerati ebrei e molti ebrei fascisti che avevano creduto in lui e per avere abbandonato le sue camicie nere in balia dei partigiani mentre si imboscava come un topo di fogna in un camion di nazisti in fuga.
Ricordo ai nostalgici del fascismo, che essere tali significa avere nostalgia del razzismo e dell’antisemitismo. Nel proclamare le leggi razziali nel settembre del 1938 a Trieste, Mussolini dichiarò che tutto ciò che faceva il fascismo era razzista. Il suo discorso è vedibile e udibile in un filmato di ottima qualità.
La festa del 25 aprile è una festività nazionale della Repubblica Italiana istituita su proposta di Alcide De Gasperi, un notorio comunista. Le forze della Resistenza che ha liberato l’Italia insieme agli alleati erano composte da combattenti di vari orientamenti politici: socialisti, comunisti, azionisti, liberali, cattolici, monarchici. Queste forze fecero parte della Assemblea Costituente che redasse la Costituzione italiana e sulla fedeltà alla quale giurano tutti i Governi del nostro Paese.
La nostra Costituzione è irreversibilmente antifascista perché è germinata dalla Resistenza.
Il ministro dell’interno Matteo Salvini ha giurato sulla Costituzione. Ora, o il ministro è un minus habens che non sa quello che fa e allora si deve dimettere per manifesta inadeguatezza, oppure, come io credo, il ministro sa molto bene ciò che fa e allora si deve dimettere per manifesto disprezzo del senso stesso della Legge Costituzionale. E se poi per caso il Capitano crede che tutti coloro che si riconoscono nel centrosinistra siano comunisti, vuol dire che ha le pigne in testa ed è meglio che si dia all’ippica.
E se il fascismo è l’ideologia del dominio dell’uomo sull’uomo e del capo sulla massa, della mistica guerrafondaia, del DNA razzista, dell’uso della sopraffazione e della violenza come instrumentum regni, l’antifascismo è l’ideale dell’uguaglianza, della libertà, della democrazia, della giustizia sociale, della ripulsa di ogni discriminazione.
Nella democrazia costituzionale non c’è posto per chiunque cerchi la sua ispirazione nel fascismo e pro bono della chiarezza sarebbe necessaria una legge che neghi l’accesso politico a spazi pubblici a chiunque non dichiari di riconoscersi nell’antifascismo.
Molti demagoghi e politicanti si riempiono la bocca con il termine “popolo”. Personalmente non credo a questa ipostatizzazione, ritengo che noi italiani si sia una comunità nazionale definita da una Costituzione, la Costituzione repubblicana.
Per questo la festa del 25 aprile è la festa degli italiani. E quegli abitanti del nostro Paese che non intendono festeggiarla, hanno idee confuse sulla loro identità nazionale. Farebbero meglio a scegliersi un altro Paese o a chiedere un’altra Costituzione, ma mi permetto di sconsigliare caldamente questa seconda opzione.
Un bellissimo articolo, grazie. Come si dice a Roma: ” Quanno ce vo’, c’è vo’!”