«Oggi il Mamiani è occupato perché siamo orfani di un sogno e siamo pronti a costruirlo».
Così hanno scritto gli studenti del Mamiani nel documento con cui hanno spiegato l’occupazione del celebre liceo romano.
Anche loro parlano di “cambiamento”. Un termine che siamo abituati a sentire quotidianamente sulla bocca degli esponenti del Governo in carica. Che accompagnano l’annuncio di ogni provvedimento, dal condono fiscale ai decreti “sicurezza” e “dignità”, con la frase: «Siamo il governo del cambiamento».
Gli studenti del Mamiani, però, pensano ad altro. E lo dicono con chiarezza: «Un cambiamento diverso da quello proposto dall’attuale Governo. Siamo convinti che la chiusura dei porti sia l’emblema di una politica superficiale, incapace di analizzare la realtà e comprendere le sfide del futuro, che punta il dito contro un nemico inesistente piuttosto che affrontare le vere cause del disagio sociale italiano e europeo». Per essere ancora più espliciti gli studenti hanno affisso uno striscione con la scritta «MAI CON SALVINI» sulla facciata del liceo. Nessuna contiguità, quindi, con il governo gialloverde. Non stanno con la Lega e neanche con chi sta con la Lega.
Altrettanto netto e lucido è l’atto di accusa nei confronti della “sinistra” ritenuta colpevole di avere svenduto l’istruzione pubblica, di avere lasciato che si approfondisse il solco fra centro e periferie, di avere avviato un processo di precarizzazione del lavoro. E di avere così creato i presupposti perché si potesse diffondere una politica di odio e paura contro i bersagli sbagliati.
L’occupazione del Mamiani è un fatto importante, perché è fondata su una scelta di obiettivi molto nitida e molto seria. Non è basata, tra l’altro, sul semplicistico e artificioso conflitto generazionale che tanto ha imperversato, e ancora imperversa, sia a destra sia a sinistra. Gli studenti del Mamiani sono troppo seri per risolvere la loro lotta in una protesta nei confronti della preside e dei docenti. Anzi, espressamente lo escludono. E neppure mettono in evidenza di avere quasi la metà degli anni di Di Maio e, tanto meno, sentono la necessità di sottolineare che Salvini ha più o meno l’età dei loro genitori.
Li interessa assai di più esporre – e contrapporre – idee e proposte. Vogliono contrastare il razzismo con la solidarietà, l’uso della forza e della repressione con gli investimenti nell’istruzione e nella sanità. Di fronte allo sgombero delle abitazioni abusive si preoccupano della sorte delle famiglie messe sulla strada. Non li convincono le misure di natura assistenzialistica, che non cancellano la povertà. Hanno un obiettivo ben più ambizioso: vogliono cambiare il sistema, invertendo la rotta.
Non pretendono di saper dare una soluzione ai grandi problemi sociali ed economici del nostro paese, ma vogliono usare la loro coscienza critica, partecipare, prendere posizione. Chiariscono anche quali siano gli strumenti da utilizzare: corsi, lezioni, incontri con vari ospiti. Si rivolgono agli studenti delle altre scuole romane per scrivere un manifesto che li rappresenti e li riunisca sotto le stesse linee guida.
I fatti dimostrano che l’impegno è stato mantenuto e l’appello è stato raccolto.
Sabato 27 ottobre si è conclusa, com’era previsto, l’occupazione del liceo Mamiani, durante la quale un centinaio di studenti ha dormito a scuola e sono state stabilite regole per evitare “festini”, circolazione di alcolici ecc. Durante il giorno i ragazzi hanno lavorato divisi in quattro aree tematiche: politica interna, politica estera, realtà sociali, arte e cultura. Ci sono state anche varie attività, tra le quali la proiezione del film “Sulla mia pelle” su Stefano Cucchi e incontri con il giornalista e scrittore Christian Raimo, con i ragazzi di Mediterranea, con l’avvocato degli attivisti della scuola Diaz di Genova. Prima di uscire per partecipare al corteo nazionale di protesta contro le politiche del governo, gli studenti hanno pulito e riordinato i locali della scuola.
Il testimone è stato subito raccolto dagli studenti del liceo Virgilio, avviando così una staffetta che, a Roma, dovrebbe continuare con l’occupazione di un liceo scientifico nella zona di Prati.
Per ora è opportuno fermarsi qui, ma sarà bene continuare a seguire con attenzione e speranza la protesta studentesca, dai caratteri assai originali, che ha avuto come punto di partenza il liceo Mamiani.