È illusorio proporre ricette del passato

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I grandi eventi storici non sono mai casuali ma conseguenza di concomitanti processi sociali economici o anche ambientali. Pensare di intervenire attualmente con consumate ricette economico-politiche è evidentemente illusorio. La società attuale è fortemente influenzata dalla tecnologia informatica, essa assurge a demiurgo capace di risolvere tutti i problemi con mezzi pressoché invisibili mentre invece questa invisibilità è il vero potere occulto.
Il mondo è diventato piccolo, si può produrre nella landa più sperduta e vendere ovunque con un clic sulla rete. Il lavoro, come soggetto sociale è scomparso, il lavoratore è chiamato ora qua ora là dove la rete lo manda. Egli stesso spesso si illude di essere libero di scegliere, di essere libero da impegni rigorosi e poter gestire il suo tempo, tempo che passa al PC, appunto per trovare lavoro e giocare al ribasso della propria retribuzione, o ai game o alla ricerca di oggetti inutili e introvabili per vie consuete. Non occorre più incontrarsi, ci si parla e ci si vede con I-phon e anche in compagnia si preferisce il contatto misterioso con l’etere. La televisione commerciale, dopo aver ben concimato il terreno, non sa più cosa dire, salvo estenuanti dibattiti via collegamento video, per perpetuare l’isolamento dell’individuo. La qualità tecnica e contenutistica scende sempre più in basso perché i servizi sono pagati sempre di meno e l’utente magari nel frattempo guarda il piccolo computer. Questa vita appesa ai media ha reso inutile il pensiero, la cultura e l’alfabetismo zoppica. In questo desolato panorama di solitudine interconnessa, il capitale, sempre più entità teorica, espande la sua strage progressiva indisturbato. Nessuno più teme lo scoppio della bolla perché, essendo ormai un’entità virtuale, non sarà difficile effettuare virtuali riparazioni. Va tutto così bene che la povertà, quella dura, cresce, ma appunto, con le nuove tecnologie è facile accantonarla. l’immigrazione, invece di essere affrontata con i mezzi e le decisioni necessarie, rimane l’ egregio diversivo verso chi vorrebbe ancora parlare dei propri problemi. Il quadro di disperato inconscio isolamento non può essere affrontato con regole ormai scadute e nemmeno ammettere l’impossibilità di farlo. È necessario riflettere sui mezzi tecnologici a disposizione per impostare un programma nuovo che consideri la virtualità del denaro e il lavoro quale bene e non mezzo di profitto.

Gli autori

Alberto Albertini

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