I costi dell’illegalità

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L’illegalità è anche un problema economico e fiscale.

Le mafie producono ricavi annui per 150 miliardi di euro (fonte: Commissione parlamentare antimafia). Per comprendere l’entità del fenomeno, basta confrontare il fatturato nel 2016 delle principali aziende italiane: Enel 71 miliardi di euro, Assicurazioni Generali 70 miliardi, Eni 56 miliardi, Poste italiane 33 miliardi (fonte: Wikipedia). Di conseguenza le mafie sono la prima impresa italiana e soprattutto quella che ha i maggiori utili: 105 miliardi di euro (fonte Confesercenti), cioè il 70% dei ricavi, un margine di guadagno che non ha paragoni con nessun altra attività.

Altri dati economici riferiti ai diversi settori rendono ancor più definito lo scenario della ricchezza illecita e/o irregolare.

Il business della prostituzione in Italia incassa 3,9 miliardi di euro l’anno. Si stimano 3 milioni di clienti e 90mila operatrici del sesso, il 10% minorenne (fonte: Codacons). L’abusivismo edilizio nella penisola ha raggiunto la percentuale del 19,7%: una costruzione su cinque è stata realizzata illegalmente (fonte: ISTAT – rapporto BES). Le abitazioni abusive costano ai contribuenti italiani 5 miliardi di euro l’anno (fonte: Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio). Per il sistema tributario italiano il trasferimento artificiale all’estero dei ricavi di alcune grandi multinazionali ha prodotto nel 2015 un’erosione fiscale di 7,4 miliardi di euro, una perdita di 0,5% del PIL (fonte: Ricerca di Torslov, Wier e Zucman). Il fatturato delle ecomafie nel 2017 è arrivato a quota 14,1 miliardi di euro, con una crescita del 9,4%, dovuta soprattutto all’incremento nel ciclo dei rifiuti (fonte: Legambiente – Rapporto ecomafie 2018). Il mercato delle droghe in Italia coinvolge 6,2 milioni di consumatori per un giro d’affari di 22,5 miliardi di euro (fonte: Università di Roma Tor Vergata). Le attività illecite nel settore del gioco d’azzardo si possono quantificare in 23 miliardi di euro (fonte: Centro Studi Assointrattenimento). Il fatturato delle attività illegali che interessano tutte le filiere del settore agricolo e alimentare nel 2018 è stato di 25,4 miliardi di euro, con un aumento del 12,4% rispetto al 2017 (fonte: Rapporto 2018 Coldiretti-Eurispes).

Due milioni di occupati, in Italia, ogni anno svolgono un’attività in nero. Generano un’economia sommersa pari a 42 miliardi di euro e un’evasione complessiva di 25 miliardi di imposte e contributi (fonte: Fondazione studi dei consulenti del lavoro).

Prendendo per buoni i calcoli della Corte dei Conti, secondo cui la corruzione genera il 40% di spesa in più nei contratti per opere, forniture e servizi pubblici dello Stato, risulta che il costo della corruzione supera 100 miliardi di euro l’anno (fonte: Alberto Vannucci – Università di Pisa). L’evasione fiscale in Italia tra il 2011 e il 2016 è stata in media di 108 miliardi di euro l’anno (fonte: Centro studi di Unimpresa – dati MEF).

L’economia sommersa dell’Italia è stata pari al 25% del PIL come media annua nel periodo dal 1991 al 2015 (fonte: Fondo Monetario Internazionale).

Dato che il PIL italiano nel 2017 è stato di 1.717 miliardi di euro (fonte: Banca d’Italia), si può calcolare che l’economia irregolare sia superiore ai 400 miliardi di euro.

In conclusione, si può stimare che a causa delle attività illegali e dell’economia sommersa nella cassa comune della famiglia Italia vengano a mancare ogni anno almeno 200 miliardi di euro. Se consideriamo che il debito delle amministrazioni pubbliche italiane nel 2018 ha raggiunto 2317 miliardi di euro e che il bilancio dello Stato ha chiuso in rosso per 53 miliardi di euro (fonte: Banca d’Italia), si può comprendere quanto cara ci costa ogni anno la carenza di legalità nel settore economico e fiscale.

L’articolo è pubblicato anche su Liberainformazione

Gli autori

Rocco Artifoni

Rocco Artifoni è presidente nazionale dell’Associazione per la riduzione del debito pubblico (ARDeP), referente per la Lombardia dell’Associazione Art. 53, responsabile comunicazione del Coordinamento provinciale di Bergamo di Libera e del Comitato bergamasco per la difesa della Costituzione.

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One Comment on “I costi dell’illegalità”

  1. Purtroppo i costi dell’illegalità non si fermano a queste cifre; il problema dell’Italia è che non riesce a progredire e svilupparsi economicamente perché molte delle leggi, promulgate dal nostro parlamento o semplicemente ratificate in applicazione di direttive europee, non vengono applicate. Così nessuna buona idea imprenditoriale è premiata dal mercato se può sconvolgere gli attuali equilibri, anzi viene spesso ostacolata grazie alla compiacenza di alcune istituzioni, che emanano circolari interpretative spesso smentite dalle sentenze della Cassazione.
    In questo contesto non può che dilagare la corruzione nella Pubblica Amministrazione mentre coloro che hanno idee innovative devono emigrare per sperare di vederle realizzate.
    Fenomeni come Google, Facebook, Apple, Oracle, Microsoft non sono nati né cresciuti in Italia ma non certo per la mancanza di idee.

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